Il Chine Center for Disease Control and Prevention, Cdc, ha elaborato un modello di passaporto sanitario che esclude vaccini diversi da quelli cinesi. Quindi i cittadini cinesi o appartenenti a paesi, una settantina, il cui vaccino è quello cinese, hanno diritto di spostarsi o rientrare in Cina sebbene anche per loro rimangono in vigore le quarantene e i test ribonucleici.
La Cina ha come obiettivo quello di mantenere la sua situazione indenne da epidemie ed è per questa ragione che tutte le decisioni e le conseguenti azioni sono dominate dalla prudenza. «Il Paese continuerà ad osservare una rigida prevenzione epidemica ed attivare le misure di controllo per prevenire casi importati e insorgenze infettive locali. Aggiusteremo alcune misure in relazione alla situazione vaccinale», ha avvertito recentemente Feng Zijian, il direttore di Cdc.
Anche in Cina la campagna vaccinale che fino ad ora ha interessato circa 50 milioni di persone, si amplierà con settantacinque milioni di dosi per gli ultra sessantenni. Sono numeri bassi anche perché la popolazione cinese non sente il bisogno di vaccinarsi visto la situazione del paese. La risposta è molto limitata anche nelle aziende, che stanno ricevendo le comunicazioni governative per la vaccinazione dei propri dipendenti su base volontaria.
In questo contesto come si deve muovere un expatriato residente in Cina? Dalle comunicazioni emanate dal Governo in un primo momento non veniva prevista la possibilità per un expatriato di vaccinarsi in Cina. In questi giorni, in alcune realtà (Suzhou) questo è possibile e dal 29 marzo anche a Shanghai sarà in funzione un codice QR per l’appuntamento vaccinale.
Ma, nel momento in cui l’Unione Europea approverà il Digital Green Certificate che non prevede l’accettazione del vaccino cinese in quanto non approvato dall’Ema, il cittadino europeo residente in Cina sarà un “apolide del vaccino”. In aggiunta, dal momento che in Cina il raggiungimento dell’età pensionabile é di 60 anni, 55 per la donna, un numero limitato di espatriati può risiedere in Cina e solo per posizioni apicali quali legali rappresentanti di società, possessori di green card o per ricongiungimento familiare a moglie cinese, e per loro non è prevista la somministrazione del vaccino.
Quindi un cittadino europeo di età inferiore ai requisiti di legge cinese necessari per il pensionamento che decida di farsi somministrare il vaccino cinese, potrà rientrare in Cina ma, per quanto concerne le disposizioni dell’Unione Europea, potrebbe non aver diritto al passaporto sanitario.
Nei prossimi due mesi uno spiraglio potrebbe aprirsi con l’approvazione in Cina del vaccino Pfizer BioNTech, in corso di certificazione, e a questo punto il vincolo potrebbe essere superato ma non è da escludere che la Cina, quale corrispettivo, richieda l’approvazione da parte di Ema di uno dei suoi vaccini, molto probabilmente Sinopharm o Sinovac, in relazione al fatto che lo Sputnik russo avrebbe possibilità di trovare consenso e approvazione in Europa nonostante alcuni pareri discordanti.
Quanto sta succedendo in Cina evidenzia i problemi da superare rapidamente se la comunità internazionale vuole ristabilire le regole per la mobilità dei cittadini. Formulare un modello di passaporto sanitario internazionale si sta scontrando con le ragioni tecnico-scientifiche e politiche della somministrazione di vaccini diversi: i quattro approvati in Europa e i quattro presenti in Cina e nei paesi in cui sono stati distribuiti.
Quindi, ancora una volta, il vaccino diventerà merce di scambio per la rappresentazione del potere nel contesto geopolitico mondiale. Stiamo per entrare nel mese di aprile e se l'interconnessione vaccinale non verrà risolta, anche quest’anno la stagione turistica con il "must” dello shopping precipiterà nei ristori e nei sostegni senza possibilità di riscatto. Le cifre delle perdite potenziali sono enormi.
I dati forniti da IATA confermano che nel 2020 il traffico aereo passeggeri è diminuito globalmente del 66 % e la ripercussione maggiore si è avuta nel settore del turismo che aveva registrato nel 2019 cifre record con 100 milioni di turisti cinesi in viaggio all'estero, con l’Europa (Italia inclusa) tra le mete preferite.
Il rischio di un fermo a lungo termine è reale in assenza di una vaccinazione di massa che possa garantire l’incolumità pubblica. Per di più la reciprocità delle sanzioni tra Cina ed Europa di questi giorni potrebbero compromettere una soluzione da condividere nel passaporto sanitario.
Lo scacchiere politico si sta facendo sempre più complesso giorno dopo giorno e pare di rivivere i tempi che segnarono le relazioni tra l’Impero cinese e le potenze occidentali dopo la prima guerra dell’oppio tra il 1853 e il 1859 con la Russia come posizione di mediatore. La storia non si ripete ma i parallelismi sono possibili. (riproduzione riservata)
*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni.