Le ripercussioni dell'epidemia di coronavirus sulla crescita italiana entrano nell'agenda di governo. "È in corso un'istruttoria per l'adozione di misure di contenimento degli effetti negativi dell'emergenza sul nostro sistema economico e produttivo", ha fatto sapere l'esecutivo al termine di una riunione nella quale, per la prima volta, assieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, ha partecipato anche il titolare dell'Economia, Roberto Gualtieri.
L'incontro a Palazzo Chigi è servito ad avviare quella che viene definita una prima ricognizione. Il governo Conte non esclude di poter intervenire anche con un decreto ad hoc, ma misure nel dettaglio non sono state ancora prese.
Fonti del Tesoro fanno sapere che al momento è ancora in corso l'analisi degli effetti e dei rischi che l'epidemia potrà avere sull'economia nazionale, già provata da dati Istat che fanno segnare un rallentamento della produzione industriale e dai quali emerge un rallentamneto e il rischio recessione.
Ecco perché sono allo studi forme di sostegno per salvaguardare il tessuto produttivo italiano. Aiuti che potrebbero assumere il volto del congelamento degli oneri fiscali e previdenziali per le imprese colpite; una misura, questa, che viene abitualmente assunta dall'esecutivo in casi eccezionali, come le calamità naturali o i terremoti.
Prima però bisognerà valutare quali settori rischiano maggiormente. Non sfugge che il coronavirus ha messo sotto pressione i rapporti di Roma con Pechino, dove non è stata accolto on entusiasmo il blocco dei collegamenti diretti tra Italia e Cina, confermato ieri dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Assieme al congelamento degli oneri fiscali, dentro il governo non si esclude di poter indirizzare commercio e scambi verso quelle aree meno colpite dal virus. Al momento si tratta soltanto di un'ipotesi, utile però a sostenere la partecipazione italiana su nuovi mercati.
Di Maio ha precisato che l'Ice (Istituto per il commercio estero) ha a disposizione nel 2020 320 milioni di euro. «Li metterà a disposizione delle imprese che esportano per poter 'riorientare' alcuni traffici commerciali e alcuni obiettivi di export verso mercati che non saranno colpiti dai danni del coronavirus,» ha detto il minsitro dfegli esteri.
Questo, ha concluso, "è il momento dei mercati maturi, il momento in cui possiamo aumentare il nostro interscambio con quei mercati con cui abbiamo già una forte confidenza. Ci saranno 300 milioni di euro che aiuteranno le imprese a esportare il made in Italy in tutto il mondo in questo momento di enorme difficoltà".
"Proseguiamo con la linea di massima precauzione con l'obiettivo prioritario di tutelare la salute di tutti i cittadini", ha commentato il ministro Gualtieri nella serata del 10 febbraio, "promuoveremo iniziative di sostegno umanitario e di collaborazione scientifica con il popolo e le autorità cinesi".
Intanto il Mef ha fatto sapere di aver avviato il percorso per individuare le misure piu' indonee a sostenere l'attività e dell'export delle imprese.
Per il presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi, Carlo Sangalli, ha lanciato l'allarme a margine della firma di un protocollo d'intesa per la legalità nelle imprese col questore di Milano, Sergio Bracco. «In una fase di stagnazione della nostra economia, gli effetti del coronavirus stanno penalizzando pesantemente interi comparti economici del nostro Paese, come il turismo che sta registrando un crollo di presenze», ha detto Sangalli: «Chiediamo e sollecitiamo il governo a prendere misure concrete e efficaci nei confronti di queste imprese che sono profondamente danneggiate».
Che genere di misure? «Sul versante fiscale e contributivo», ha chiosato il presidente dell'ente camerale meneghino. Allo studio dell'esecutivo ci sono anche iniziative di collaborazione scientifica per sostenere il grande sforzo di contrasto al virus delle autorità cinesi. (riproduzione riservata)