L’8 gennaio scorso, numero che si considera in Cina quale sinonimo di fortuna, Michael Page Group, una della società più importanti nel panorama mondiale nella ricerca e sviluppo del personale, ha organizzato a Shanghai il Talent Trend 2021 ( Exclusive share event ). Il programma prevedeva la presentazione e discussione di tre aree tematiche: la comprensione della crescita della Cina e del suo post-covid con lettura delle prospettive economiche; la visione futura del mercato del lavoro e del Talent Trend per il 2021; il fenomeno della digitalizzazione nell’organizzazione del lavoro in rapporto alle decisioni strategiche del management.
Il campione rappresentativo di questa survey era composto da 21 mila persone intervistate e di 5.500 aziende in dodici mercati dell’area Asia-Pacifico.
Vi sono stati due aspetti che hanno colpito l’attenzione: il primo relativo all’analisi del pil, oggetto quasi di venerazione durante la presentazione di Tian Zhu, professore di economia e Direttore dell’Emba programme presso la CEIBS (China Europe International Business School), struttura universitaria dedicata al master economico e gestionale.
I continui confronti e parallelismi con altre nazioni, in particolare Stati Uniti e India, nel passato e nella visione futura, hanno confermato il “sentiment cinese “ di questa battaglia al momento vinta. Il secondo aspetto è risultato dall’incremento esponenziale in Cina della digitalizzazione nel mondo del lavoro.Il 68% delle aziende intervistate ha confermato la volontà di investire nella tecnologia e negli strumenti digitali.
Non vi era modo migliore per iniziare l’anno nell’ottica della vera comprensione dell’animus cinese e dell’area del Sud est asiatico. Infatti, l’anno scorso, all’esplodere di questo virus sconosciuto, il mondo, a partire dalla Cina, si era fermato interrogandosi sul che fare. Era iniziato un processo di controllo per arginare l’ignoto: sempre la Cina, prima in questo agone, è poi riuscita a ripartire con i conseguenti risultati economici che sono sotto gli occhi di tutti; risultati che dovrebbero confermarsi in modo amplicato nel corso di questo 2021.
Proprio la World Bank, nel Global Economic Prospects pubblicato qualche giorno fa ha delineato una crescita del Pil della Cina del 7,9% per il 2021, aumentando di un punto percentuale le stime che aveva pubblicizzato nel giugno scorso motivando che la velocità di recupero della produzione piuttosto che la crescita dell’export e della domanda interna sono le ragioni di questa aggiornata valutazione.
Nel resto del mondo, in fase altalenante tra lockdonws e tentativi di ripresa, la World Bank stima una crescita del 4% dopo il declino del 4,3% dello scorso anno; tant’è che l’export della Cina negli ultimi mesi è cresciuto del 20%.
È arrivato poi il vaccino, quale panacea per il futuro ma, a distanza di qualche settimana, con ancora questioni persistenti da chiarire. Ciononostante il mercato azionario è cresciuto nello scorso anno mediamente per alcuni titoli del 80% e alcuni settori come l’e-commerce hanno ottenuto performance di successo, un anno fa inaspettato.
Come quando accade con la dispersione di un liquido che si insinua negli angoli estremi di una superficie e poi si ferma ai confini della stessa, così stiamo assistendo ad un accomodamento della pandemia nella superficie del mondo
Tutti sono consapevoli che questo fiume magmatico scorrerà a lungo, forse per tutto quest’ anno. D’altro canto, le grandi epidemie della storia sono durate dai due ai quattro anni senza le soluzioni immediate del vaccino, ovviamente in condizioni di vita delle popolazioni di disagio e difficoltà come si evince dalla letteratura e dalle immagine di quegli anni.
In questo mondo inteso come un insieme di connettività e di relazioni sociali ed economiche la Cina è indubbiamente avvantaggiata come è stato lungamente scritto, sostenendosi su fondamentali economici che sono mutati e rafforzati nel corso del 2020 per spingersi avanti in questo 2021.
Quello che stupisce, è che, al di là della pura e semplice analisi economica (pil, official manufacturing PMI, etc) esiste, forse programmato con largo anticipo, un piano di azioni e soluzioni complementari che si abbinano alle decisioni economiche. Sul fronte esterno, nel giro di qualche mese, la Cina ha sottoscritto due accordi importanti uno al limitare del 2020 con l’Unione Europea o Comprehensive Agreement of Investement e uno a novembre con i Paesi dell’area asiatica o Regional Comprehensive Economical Agreement che coinvolgeranno in un breve futuro circa la metà della popolazione mondiale.La dinamicità della Cina ha avuto un ulteriore impulso la settimana scorsa con la visita del Ministro degli Esteri Wang Yi di alcuni Paesi dell’Africa, in particolare in Tanzania e Nigeria per rinverdire i progetti correlati alla Belt & Road anche perchè il Governo cinese, con il supporto dell’Ethiopan Airline e della struttura logistica di Alibaba, Caniao, sta creando i presupposti di un corridoio sanitario per la distribuzione in Afriva del vaccino anticovid.
Sul fronte interno da qualche giorno è in vigore il codice civile, importante strumento, frutto di anni di lavoro, utile per comprendere la differente posizione giuridica di questo Paese su aspetti che attengono alla vita sociale e a quelli del singolo.
Per la prima volta nella storia della Cina sono stati creati sette libri per la disciplina dei contratti piuttosto che quella della responsabilità civile e nella parte generale viene lasciato spazio ai principi generali di equità, ragionevolezza e buona fede; sintesi importante tra la tradizione cinese confuciana ed il diritto romano.
Inoltre sono stati definiti i concetti della Dual circulation ovvero l’incentivazione della domanda interna come presupposto dello sviluppo domestico e della supply side quale passaggio verso una modernizzazione tecnologica e di efficienza dei processi produttivi che fa da contrappunto a quanto si diceva sopra a proposito dell’avanzata della digitalizzazione.
Nel coacervo politico istituzionale dei Paesi occidentali questo modello anche per quest’anno ci fa comprendere una tipologia di governance che è molto più connaturata, non si sa se per scelta o casualità,con la confusione di questo mondo.
Nel lontano 1996, sulle scie del successo di un programma ideato da Renzo Arbore e dal suo gruppo, Quelli della notte, usciva un film “Separati in casa “ dove si raccontava il tentativo di convivenza in un appartamento tra persone che non avevano più l’interesse della vita in comune ma gestivano la propria esistenza quotidiana.
A un anno esatto dai primi segnali dell’epidemia del Covid-19, trasformatasi poi in pandemia, ci ritroviamo in una situazione analoga che si prospetta per tutto il 2021 con il tentativo tra economia e malattia di sorreggersi reciprocamente pur avendo nature e interessi contrastanti.
Nel libro di Federico Fubini “Sul Vulcano “ viene citato Raghuran Rajan, ex capo del FMI ed ora docente presso l’Università di Chicago il quale sottolinea che “Il problema non è capire… è agire per cambiare rotta. Pensiamo a quale tipo di società sia più adatta a gestire i traumi globali che stiamo vivendo”.
Scorrendo i commenti di oggi comparsi sul South China Morning Post, alla luce di quanto è accaduto negli Stati Uniti non vi sono dubbi di quale Paese sta incassando il risultato. (riproduzione riservata)