Dal prossimo aprile le aziende con meno di 100 dipendenti potranno contare su un numero maggiore di servizi gratuiti forniti dall'Ice. Il Consiglio d'amministrazione dell'agenzia ha rivisto il catalogo con l'obiettivo di aumentare il numero delle imprese esportatrici.
“Assieme alla recente creazione dei desk settimanali in ogni regione, la decisione di estendere la gratuità dei servizi per le imprese medio-piccole, piccole e micro è una rivoluzione copernicana che rimette al centro le imprese e afferma il ruolo di servizio sul territorio dell’Ice fra gli attori della promozione del Sistema Paese”, ha spiegato il presidente dell'Ice, Carlo Ferrero.
Compessivamente saranno venti i servizi gratuiti per tutte le imprese, mentre per le realtà fino a 100 dipendenti lo saranno anche quelli essenziali per avviare l’export in un nuovo Paese. Il nuovo catalogo, spiega l'agenzia, offre servizi alle imprese per Conoscere nuovi mercati in termini di opportunità, dinamiche e potenziali controparti estere, e per Crescere, avviare e sostenere la presenza e il consolidamento nei mercati esteri.
Le imprese fino a 100 dipendenti, quindi, potranno rivolgersi agli uffici Ice in Italia e all'estero, senza il pagamento di alcun corrispettivo, per ottenere servizi e informazioni generali e di primo orientamento, ricerche di mercato, statistiche personalizzate, informazioni doganali, fiscali legali e valutarie, assistenza nella soluzione di controversie o per la partecipazione a gare internazionali, ma anche per richiedere servizi di ricerca clienti, partner o investitori esteri; potranno inoltre utilizzare gratuitamente le strutture Ice in Italia e all'estero per un periodo massimo predeterminato.
Il nuovo catalogo ICE, che sarà accessibile anche dal sito ice.it, sulla base dell’attuale revisione intende offrire una sistematizzazione dei servizi per semplificare l'offerta e renderla di più facile accesso alle piccole imprese.
Le novità arrivano quando all'orizzonte si vedono segnali di schiarità per il commercio internazionale. Il 2020 segnerà una ripresa degli scambi commerciali mondiali dopo un anno segnato dallo scontro sui dazi tra Stati Uniti e Cina. Il prossimo anno il commercio globale, dicono le previsioni del rapporto Ice-Prometeia sull’evoluzione del commercio con l’estero, registrerà un accellerazione del 2,4%, che salirà al 3% l’anno successivo. Per l’Italia il successo non è però strettamente legato alle variazioni assolute degli scambi mondiali ma alla capacità di intercettare mercati congeniali alle proprie produzioni. Su tutti quello cinese. Negli ultimi cinque anni il made in Italy ha guadagnato quote nel sistema moda e nella comparto casa. Ulteriori opportunità sono legate alle forme di collaborazione con la Repubblica Popolare in Paesi terzi.
Tuttavia «soltato 126 mila imprese italiane su 4 milioni sono esportatrici abituali e solo il 12% dell’export nazionali viene dal Sud», ha messo in evidenza il presidente dell’Ice Carlo Ferro. «Il primo mercato di esportazione fuori dall’Europa per le nostre imprese è quello statunitense e su esso stanno arrivando un po’ di nuvole per via non solo dei dazi ma anche di una politica industriale e commerciale caratterizzata dal protezionismo». (riproduzione riservata)