La Cina è pronta a donare oltre 200 mila mascherine, 2 milioni di mascherine chirurgiche e 50 mila kit diagnostici. “ Questo materiale sarà spedito in Europa immediatamente”, ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. La presidente dell’esecutivo comunitario ha parlato al telefono con il premier cinese, Li Keqiang .
“Pechino non ha dimenticato che a gennaio, nel pieno dello scoppio del virus in Cina, l'Unione Europea ha dato il suo contributo. Abbiamo rapidamente donato piu' di 50 tonnellate di attrezzatura protettiva", ha sottolineato il premier cinese.
Intanto il centro della pandemia si è spostato in Europa. ”Stiamo aumentando la produzione, stiamo convertendo le linee di produzione ma serviranno diverse settimane. Intanto siamo grati del supporto della Cina", ha aggiunto von der Leyen , "Il nostro commissario Phil Hogan e il ministro al Commercio cinese, Zhong Shan, sono in contatto per fare in modo che le donazioni cinesi arrivino rapidamente in Europa”.
Mercoledì 18 marzo sono arrivati a Malpensa i primi dieci medici e infermieri cinesi per sostenere l'Italia e la Lombardia nell'emergenza coronavirus. Con loro anche 400 mila mascherine, ventilatori e strumenti utili per personale sanitario. La delegazione pèstata accolta dal vicepresidente della Regione, Fabrizio Sala. Nei prossimi giorni, ha spiegato Sala, arriveranno dalla Repubblica popolare circa 300 tra medici e infermieri "a darci supporto". La Cina, ha aggiunto, "è stato il primo Stato a uscire dall'emergenza ed è per questo che ci stanno aiutando".
Intanto la Cina non ha registrato nessun nuovo caso di coronavirus originato all'interno del Paese per la prima volta da quando l'epidemia e' emersa. I 34 nuovi casi di Covid-19 sono stati importati dall'estero ieri, hanno detto i funzionari, spiegando che si tratta di persone sono state infettate prima di entrare nel Paese.
Un numero crescente di Paesi, in particolare in Asia, sta assistendo a nuovi casi provenienti principalmente da persone che si sono recate al di fuori dei confini nazionali, suscitando il timore di una seconda ondata di infezioni in luoghi che erano gia' in prima linea quando l'epidemia è scoppiata a Wuhan, in gennaio.
Dei 47 nuovi casi annunciati a Singapore ieri, 33 sono persone che si sono recate al di fuori del Paese, che ha quindi annunciato una quarantena in casa di 14 giorni per tutti coloro che faranno il loro ingresso nello Stato a partire da domani.
A Hong Kong, il Governo oggi ha iniziato a imporre una quarantena di due settimane a tutti coloro che arriveranno da qualsiasi parte del mondo. Il regolamento sara' in vigore per tre mesi. La vicina Macao, il piu' grande centro di gioco d'azzardo del mondo, ha adottato una politica simile.
L'Australia e la Nuova Zelanda hanno dichiarato che chiuderanno l'accesso ai visitatori stranieri nel tentativo di rallentare la diffusione del virus. La chiusura dei confini della Nuova Zelanda entrera' in vigore oggi a mezzanotte e quella dell'Australia alle 21h00 ora locale di venerdi'. La Tasmania richiedera' anche ai viaggiatori provenienti dall'Australia continentale di porsi in auto-quarantena per 14 giorni, una volta arrivati sul suo territorio, hanno detto alcuni funzionari. Gli australiani che torneranno dall'estero dovranno isolarsi per due settimane.
Ieri il Giappone ha affermato di aver richiesto a tutti i visitatori provenienti da Europa, Iran ed Egitto, compresi i cittadini giapponesi, di mettersi in quarantena per due settimane in un luogo designato dal Governo. Inoltre, e' stato vietato di recarsi in Giappone a chiunque abbia visitato alcune aree gravemente colpite dal Covid-19 come l'Italia, la Spagna e la Svizzera nei 14 giorni precedenti all'eventuale ingresso nel Paese asiatico. Le misure saranno in vigore almeno fino alla fine di aprile e i visti rilasciati in precedenza ai cittadini europei saranno revocati.
Le nuove restrizioni sono simili a quelle gia' emanate da Pechino, che da lunedi' ha richiesto il trasferimento di tutti gli arrivi internazionali in "centri di quarantena" per effettuare due settimane di isolamento.
"È probabile che non ci saranno nuovi casi a Wuhan intorno al 20 marzo", ha detto l'epidemiologo di Stato, Li Lanjuan, ai media statali cinesi oggi, aggiungendo che "saranno ancora necessarie altre due settimane di osservazione e se non ci saranno nuovi casi, Wuhan potra' gradualmente revocare il blocco". Tuttavia, sarebbero ancora necessarie rigorose misure di controllo e prevenzione per evitare una possibile ripresa dell'epidemia, ha affermato Li. (riproduzione riservata)