Il vertice del primo aprile tra Ue e Cina servira a "riparare le relazioni commerciali che in questi ultimi anni sono state frammentate e danneggiate". I criteri da osservare dovranno essere "equità internazionale, standard da rispettare, rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. È un discorso importantissimo, e questo vertice capita al momento giusto", ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo alle domande dei giornalisti della Stampa estera a Roma, sottolineando anche le grandi aspettative sul ruolo da protagonista che Pechino potrebbe giocare nel processo di pace tra Russia e Ucraina.
Il vertice rappresenta un’occasione per verificare la possibilità di tornare a fondare i rapporti bilaterali su quell’approccio “flessibile e pragmatico” suggerito dal rapporto “EU-China – A Strategic Outlook” del 2019, un comunicato della Commissione Europea e dell’Alto Rappresentante dell’Unione, sottolinea l'ultimo report tematico della Fondazione Italia-Cina.
Nel documento Pechino veniva definita “un partner di cooperazione con obiettivi largamente allineati a quelli della Ue, un partner di negoziato con cui trovare un equilibrio di interessi, un concorrente economico che ambisce alla leadership tecnologica e un rivale sistemico che promuove modelli di governance alternativi”.
Le criticità dell’approccio flessibile indicato nello Strategic Outlook sono emerse con la vicenda del Cai, l'accordo bilaterale sugli investimenti bloccato dal Parlamento europeo. Un caso che suscita dubbi sulla capacità comunitaria "di muoversi agevolmente tra ambiti di rivalità e ambiti di partnership difficilmente separabili". Tra gli ambiti di concorrenza c'è la divaricazione tra il Global Gateway europeo e la Belt & Road Initiative.
"I settori hi-tech rappresentano un altro ambito in cui una cooperazione tra Ue e Cina appare difficile, in particolare per quanto riguarda la realizzazione delle reti 5G in Europa, con diversi Paesi membri che si sono dimostrati molto sensibili riguardo ai movimenti di provider cinesi e l’industria dei semiconduttori", scrive la Fondazione. La collaborazione potrà invece essere possibile nel campo della decarbonizzazione.
Ue e la Cina "sono partner commerciali chiave e in quanto tali dovrebbe essere nell’interesse di entrambi ristabilire un dialogo sulle questioni che minano la stabilità delle relazioni bilaterali, in un anno quanto mai cruciale sia per il XX Congresso Generale del Partito Comunista Cinese sia per il passaggio di testimone tra la Cancelliera Angela Merkel e il Cancelliere Olaf Scholz alla guida della Germania, il principale partner commerciale della Cina in Europa", conclude il rapporto. (riproduzione riservata)