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Politica

E-commerce in Cina, si discute di maggiori garanzie per i brand

Una riforma della legge del 2019 è in discussione per imporre un maggior rispetto della proprietà intellettuale. Chi non rispetterà le regole potrebbe perdere la licenza. Le norme attuali puniscono le violazioni ma con pene pecuniarie irrisorie. la Cina si era impegnata a rivedere le norme entro il 2022


02/09/2021 12:15

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale

Le piattaforme di e-commerce che non rispetteranno le regole sulla proprietà intellettuale perderanno la loro licenza. È questo il senso della riforma alla legge sull'e-commerce che è in discussione in questo momento in Cina e che vede sul banco degli imputati, ancora una volta, giganti dell'economia digitale come Alibaba e Pinduoduo, secondo il sito di informazione economica cinese Caixin.

La riforma, che interviene sulla Legge sull'e-commerce del 2019, prevede anche una responsabilità delle piattaforme nel caso in cui esse ignorino violazioni della proprietà intellettuale da parte dei venditori da loro ospitati.

I legislatori cinesi dovranno valutare questo emendamento fino al 14 ottobre. Al momento la legge prevede che le piattaforme facciano da mediazione tra il titolare di un diritto di proprietà intellettuale e il venditore, in caso di violazione. E che cancellino i link o ne impediscano l'accesso una volta che siano informati di possibili violazioni. Il problema, però, riguarda la sanzione che è irrisoria, andando da 50mila a 2 milioni di yuan (6.540-261.500 euro).

I titolari del diritto di proprietà intellettuale, inoltre, potranno avere 20 giorni lavorativi e non più 15 per rispondere alle argomentazioni dei venditori.

Le piattaforme di e-commerce cinesi non si sono finora particolarmente distinte per rispetto della proprietà intellettuale. Taobao (Alibaba) è stata inserita del 2016 nella blacklist del governo Usa per ripetute violazioni e Pinduoduo è stata segnalata.

Durante i negoziati per porre termine alla guerra commerciale nel 2019, la Cina aveva espresso l'impegno di ridurre entro il 2022 le violazioni della proprietà intellettuale.

Secondo le autorità di polizia in Cina sono stati risolti oltre 21.000 casi di violazione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) e di contraffazione di merci nel 2020, con un aumento del 35% rispetto all'anno precedente. (riproduzione riservata)


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