Quando si parla di ambiente e clima il più comune incipit o, come piace definirlo oggi, “intro”, è che ci troviamo quotidianamente a discutere di fenomeni metereologici anomali rispetto al recente passato.
Confermo questa circostanza, essendo passato, qualche giorno fa, dal clima siccitoso e per un verso quasi primaverile con una brezza gentile di Pechino alla pioggia battente e fastidiosa di Xiamen, nella provincia del Fujan e alla monotona e perseverante, ormai da mesi, pioggia di Shanghai, certamente inusuale per la stagione presente.
Uno sguardo panoramico alla carta topografca della Cina mette in evidenza sostanzialmente aree aride ed infeconde di colore terra d’ombra bruciata nel nord ovest ed aree altamente umide di colore verde bottiglia nella fascia costiera e nel sud est. In aggiunta il permafrost dell’area dell’altopiano del Tibet con gradazioni tra il blu cobalto e l’azzurro sta riducendo la sua area di continuità ovvero di superficie il cui sedimento è ghiacciato per più di due anni
Vi è però un dato interessante e positivo, che potremo definire complementare, emerso nella pubblicazione dell’11 gennaio scorso sulla rivista Nature Sustainability che, rimandando ad una rilevazione ad opera della Nasa, attesta che nel territorio cinese dal 2000 al 2017 viè stata un cospicuo ripristino delle aree forestali e boschive. Lo State Forestry Administration prevede che entro il 2020 il 23% del territorio cinese sia vocato alle foreste coronando quindi decadi di attivita’ di riforestazione.
Questa buona notizia non compensa quanto sta avvenendo in altre aree della Cina con conseguenze pesanti per il prossimo futuro.
Premesso che il riscaldamento globale (warning climate) è oggetto di preoccupazione mondiale, in Cina il fenomeno ha assunto risvolti spesso onerosi soprattutto per l’impatto economico e dolorosi per la perdita di vite umane. Infatti l’inquinamento dell’aria e dell’acqua risulta provocare ogni anno un milione di persone decedute ed un costo per i ripristini di circa 267 miliardi di yuan. Solo nello scorso mese di febbraio le perdite dirette sono state per il Governo cinese di 118 milioni di dollari.
Ed è per questa ragione che tra gli obiettivi in discussione al tredicesimo Congresso dell’ Assemblea del Popolo in corso di svolgimento in questi giorni a Pechino, sono stati deiberati provvedimenti molto specifici relativamente all’ambiente:
- Riduzione del 3% dei consumo di energia in rapporto al Prodotto interno Lordo ( GDP);
- Incremento di circa sei milioni di ettari di superficie coltivabile con elevati standard qualitativi tenendo presente la conservazione dell’ecosistema circostante,
- uno stanziamento di 2 miliardi di yuan per investimenti in progetti di riqualificazione delle risorse idriche e delle vie di comunicazione,
- riduzione delle emissioni concernente il PM 2.5.
Il carbon fossile è stato ed è ancora la maggior fonte di inquinamento con l’industria pesante ed i trasporti. Sono stati fatti molti passi avanti come la chiusura di migliaia di fabbriche inquinanti,la regolamentazione parziale del traffico ed, in particolar modo, investimenti miliardari per il l’utilzzo di risorse energetiche non inquinanti come il gas naturale.
Uno dei progetti più importanti che andrà in funzione nel 2021 sarà il gasdotto che da Sabetta, porto situato nel nord della Russia, a confine con il circolo polare artico,alimenterà il terminale di Yamal con un investimento di 12 miliardi di dollari ed una capacità produttiva di 16,5 milioni di tonnellate annue.
Un altro canale di approvvigionamento è quello del discusso LNG (Liquefied Natural gas), importato dagli Stati Uniti con navi speciali dopo averlo reso liquido con un processo chimico complesso. Va menzionato che questa commodity è oggetto di discussione nell’imminente accordo con gli USA ed oggi è ancora nella lista di prodotti con la quota aggiuntiva alle normali percentuali di dazio in vigore.
Un capitolo mportante è quello relativo alle auto elettriche. In Cina, già da qualche anno, è stata posta in essere una politica degli incentivi per l’acquisto di questa tipologia di auto tramite l’ottenimento della targa gratuita; nelle grandi metropoli cinesi la targa deve essere posseduta prima di acquistare la macchina e deve essere ottenuta tramite un’asta mensile subordinata ad alti costi ed a ferree regole limitative.
D’altro canto la gestione delle colonnine di rifornimento, rare e di difficile installazione (è stimato che il livello di sicurezza per l’autonomia dell’auto sia al massino di 100 km) ed il problema del riciclo delle batterie ormai inutilizzate sono vincoli ancora da tenere presente e che fanno indugiare all’acquisto.
Infine va citato il provvedimento dello scorso anno in materia di importazione di plastica,carta e scarti di produzione ( scraps) con il quale si è posto fine ad una pratica ormai consolidata da parte dei Paesi esteri.Da questo anno il divieto non consentirà la rilavorazione di queste non ben definite materie prime seconde che contribuivano ad un riciclo alquanto dubbioso.
In Cina iniziano ad affacciarsi timidamente le teorie relative all’economia circolare ed alcune banche straniere stanno sviluppando progetti e piani di finanziamento per l’Energy transition come per esempio il Credit Agricole.
Il comune obiettivo è lo sviluppo sostenibile ma come ben evidenziava un rapporto Onu del 1987, datato ma non superato, “Our Common Future “, lo stesso è possibile se “consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future” aggiungo io, per le quali dobbiamo avere un occhio di riguardo pensando ed immaginando l’oltre.
* general manager di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica, attiva in Cina da oltre 25 anni.