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Politica

Geraci, dopo l'MoU sulla Via della Seta firmati 29 accordi

Per il sottosegretario il vero tema della guerra dei dazi di Trump sono gli investimenti americani in Cina. Il presidente vuole che le aziende Usa siano trattate allo stesso modo di quelle cinesi. La strategia è sempre la stessa: dopo la potenziale minaccia di ulteriori dazi salva la faccia della Cina facendo un passo indietro


09/05/2019 21:04

di Maria Letizia Modica - Class Editori

La strategia di Trump con la Cina
Michele Geraci

«La Cina diventerà la prima potenza economica mondiale». Parola di Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo economico con deleghe al Commercio estero, colui che più di tutti ha lavorato alla firma del memorandum d’intesa tra l’Italia e la Cina.

Domanda. A che punto siete con la Belt and Road Initiative?
Risposta. Il memorandum è stato firmato un mese fa, siamo appena all’inizio ma abbiamo già stipulato altri 29 accordi. Adesso stiamo aprendo due voli nuovi su Roma: uno verso Hangzhou e l’altro verso Chengdu con le compagnie Hainan e China Airlines. Uno di questi è a valle dell’accordo che ho firmato personalmente tra governo italiano e la provincia di Sichuan, di cui Chengdu è la capitale. Si parla di 500 nuovi arrivi dalla Cina ogni giorno. Stiamo anche lavorando per fare accordi nel settore audiovisivo, tra l’altro stiamo cercando di individuare un personaggio famoso cinese che faccia da testimonial del turismo italiano. Cibo, turismo e agricoltura italiana devono attrarre investimenti. Lo stesso presidente Xi Jinping quando ha visitato Palermo ha detto di sperare che dopo di lui arrivino anche gli investitori.

D. La guerra dei dazi fra Washington e Pechino ha finora avuto come risultato l’aumento a 419 miliardi di dollari del deficit commericale Usa nei confronti della Cina. Vuol dire che la politica del presidente Donald Trump è fallimentare?
R. In realtà le importazioni Usa dalla Cina sono diminuite, quindi i dazi hanno assolto alla funzione che voleva Trump. E’ vero che il deficit commerciale con la Cina è salito a 419 miliardi. Ma Trump è convinto che se non ci fossero stati i dazi sarebbe cresciuto ancora di più.

D. Ormai siamo al rush finale. Come finirà questo episodio della guerra sui dazi fra Usa e Cina?
R. Il vero tema sono gli investimenti americani in Cina: Trump vuole che le aziende Usa che si trovano nel territorio di Xi vengano trattate allo stesso modo di quelle cinesi. La strategia di Trump è sempre la stessa: dopo la potenziale minaccia di ulteriori dazi salva la faccia della Cina facendo un passo indietro e dando l’immagine che Pechino abbia vinto. A seguito di questa «concessione» nelle trattative si prende in cambio una vittoria ottenendo un migliore trattamento per le aziende americane nel territorio cinese. È tutta tattica: Trump non ha interesse a mettere i dazi perché colpirebbero le aziende Usa. Apple, per esempio, produce iPad e Iphone in Cina con la Foxconn, che vengono registrati come esportazioni della Cina verso gli Usa ma contribuiscono ai profitti dell’azienda a stelle e strisce. (riproduzione riservata)


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