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Politica

Geraci, Mou per la Via della Seta si firmerà questa settimana

Secondo il sottosegretario allo sviluppo economico il governo è arrivato a una sintesi ottimale tra la protezione degli interessi nazionali e la spinta ad aiutare le aziende negli scambi con la Cina. Gross-Pietro (Intesa Sanpaolo) e Carlo Capasa (Camera della Moda) ribadiscono l'importanza dell'attività nel mercato cinese


18/03/2019 12:53

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

Geraci
Michele Geraci, sottosegretario allo sviluppo economico

Il Mou tra Italia e Cina, la nuova Via della Seta, «credo che si firmerà durante la visita del presidente cinese Xi: è stato un lavoro di squadra di tutti i ministeri, siamo arrivati a una sintesi ottimale». Lo ha affermato il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Michele Geraci, a margine del Forum Italia-Cina sulla Moda e il Design per il lancio di Xi'an International Fashion Town.

Geraci ha spiegato che «é stato un dibattito naturale che ha portato sintesi ottimale in quanto protegge gli interessi nazionali e la sicurezza nazionale che non va assolutamente messa in discussione, come ha ricordato il vicepremier Salvini».

«Ci siamo fatti carico di questo aspetto per cercare di sviluppare un memorandum che potesse essere di aiuto alle nostre aziende. E l'obiettivo di questo memorandum, che è un meccanismo di supporto alle esportazioni. Salvini fa benissimo a enfatizzare questo aspetto, perche' non abbiamo intenzione di consegnare le chiavi a nessuno. Vogliamo che le nostre aziende crescano e si sviluppino,» ha proseguito Geraci.

«Il memorandum non è un obbligo mentre gli accordi commerciali hanno valore legale ma li decidono le aziende. È lì che dovremo stare attenti per far sì che questi accordi non intacchino sicurezza nazionale e asset strategici. Siamo al 100% allineati su tutto il dossier,» ha concluso Geraci

 Sulla firma dell'Mou e le prospettive della Via della Seta stanno intanto prendendo posizione imprenditori e i mondo della banche e dei servizi.

Per Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, «il memorandum of understanding del Governo lo immagino come una sorta di cornice e quando questa cornice sarà definita vedremo come collocarci al suo interno. Noi siamo presenti in Cina, a Pechino, a Shanghai, a Hong Kong e intendiamo incrementare la nostra presenza. Abbiamo una quota di minoranza in Bank Qingdao e abbiamo un'iniziativa di wealth management quindi riteniamo che la Cina sia un Paese interessante per il nostro futuro e crediamo di poter fare qualcosa di utile anche per quel Paese,» ha spiegato Gross Pietro.

«La collaborazione con la Cina è importante perché sta diventando sempre di piu' uno sbocco per le nostre merci di alta qualita,» ha dichiarato Claudio Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, a margine del Forum Italia-Cina sulla Moda e il Design per il lancio di Xi'an International Fashion Town.

«Avevamo paura della Cina come di un nostro concorrente, ma non ha prodotto dei marchi in grado di competere con i nostri. Sono dei grandi produttori di prodotti ma non di brand,» ha proseguito.

«I cinesi "sono i primi esportatori di moda nel mondo ma di prodotto di medio o basso livello. Noi invece esportiamo il gusto e lo stile e il consumatore cinese sta evolvendo verso questa dimensione di consumo, tanto che noi siamo il secondo esportatore verso la Cina di prodotti di moda, dopo il Vietnam,» ha affermato Capasa,«l'Italia rappresenta il 19% della loro quota di importazioni e il 38% di borsa e pelletteria. Per la Cina siamo il primo esportatore di moda di lusso".

In merito al Mou tra Italia e Cina sulla Nuova Via della Seta , Capasa ha ribadito di non potersi esprimere, «ma dal punto di vista dei rapporti con la Cina credo che siamo nelle condizioni di poter gestire i nostri rapporti con la Cina. L'importante e' che mantengano i dazi bassi, poi noi siamo bravi ad esportare», ha concluso.

Critico, invece, il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggé «Se si consente alla Cina una sorta di invasione e poi non si rafforzano le vie d'uscita dal Paese, non e' difficile pensare alle conseguenze: i prodotti cinesi resteranno nel nostro mercato sostituendo il made in Italy. L'altra ipotesi èche sara' la stessa Cina a premere per la realizzazione della Tav».

«Non si dimentichi che siamo in presenza di un'azione a tenaglia che prevede l'invasione del continente europeo sia dal nord, sia attraverso l'hub cinese del Pireo, che potrebbe rafforzarsi per il possibile collegamento con una linea ferroviaria balcanica, che per i porti liguri, il tutto valutando l'ipotesi, non poi cosi' remota, di un possibile passaggio al Polo Nord dove i ghiacci si stanno sciogliendo. La Tav e' quindi funzionale a questi obiettivi,» ha aggiunto sottolineando che per Conftrasporto-Confcommercio, ottenute le vie d'accesso ai mercati europei, «la Cina sara' libera di scegliere la strada piu' conveniente».

 

 


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