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Politica

Il governo di Pechino vara la legge anti-sanzioni straniere

Il provvedimento prevede contromisure che colpiscano individui ed entità stranieri che si ritiene facciano pressione sulla Cina con "restrizioni discriminatorie". Le contromisure includono il rifiuto e la revoca dei visti, il sequestro e il congelamento dei beni all'interno della Cina, nonché altre misure non meglio precisate


11/06/2021 16:47

di Mauro Romano - Class Editori

Cina

Le  contromisure cinese alle sanzioni europee e statunitensi sono legge. Il comitato permanente dell’Assemblea del popola ha dato il via libera alla "legge anti-sanzioni straniere", hanno detto i media statali, a seguito di un processo accelerato che ha saltato la fase di consultazione pubblica e ha coinvolto i legislatori - per esaminare il disegno di legge - due volte invece delle solite tre.

Si tratta della risposta agli sforzi di Stati Uniti ed Europa per fare pressione su Pechino sulle questioni relative ai diritti umani, al commercio e alla tecnologia.

Il provvedimento prevede contromisure che colpiscano individui ed entità stranieri che si ritiene facciano pressione sulla Cina con "restrizioni discriminatorie". Le contromisure includono il rifiuto e la revoca dei visti o l'espulsione, il sequestro e il congelamento dei beni all'interno della Cina, il blocco delle transazioni e della cooperazione con individui ed entità cinesi, nonché "altre misure necessarie" non meglio precisate

Entità e  individui cinesi possono intentare azioni legali nei tribunali cinesi per chiedere un risarcimento per i danni causati dalle sanzioni straniere.

Gli Stati Uniti e altri Governi occidentali hanno intensificato l'uso di sanzioni economiche e politiche contro la Cina nell'ultimo anno per le pratiche industriali sleali di Pechino, la sua campagna di detenzione e lavoro forzato contro gli uiguri musulmani nello Xinjiang e la soppressione delle libertà  civili a Hong Kong, tra le altre questioni.

Contro la legge si sono già mosse le imprese europee nella Repubblica popolare allarmate dalla mancanza di trasparenza. “La prima lettura non e' mai stata annunciata e non c'èalcuna bozza da esaminare", ha dichiarato Joerg Wuttke, presidente della Camera di commercio dell'Unione europea in Cina, prima che la legge fosse approvata, “Tale azione non favorisce l'attrazione di investimenti stranieri né  rassicura le aziende che sentono sempre più che verranno utilizzate come pedine sacrificali in una partita a scacchi politica”. (riproduzione riservata)


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