Mille miliardi di yuan aggiuntivi in obbligazioni speciali da emettere per finanziare la ripresa post-coronavirus. Il ministero cinese delle Finanze ha di fatto dato il via libera ai governi locali per collocare un’ulteriore quota anticipata di bond, per un ammontare complessivo pari a 141 miliardi di dollari, da destinare allo sviluppo infrastrutturale. Spetterà ora alle amministrazioni locali indicare i progetti da finanziare, così da completare le emissioni entro maggio. Pechino dà così spazio di manovra alla periferia in attesa di stabilire le quote ufficiali di debito concesse per quest’anno.
La decisione viene di solito presa in occasione della plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo, l’organo legislativo della Repubblica popolare. La sessione di quest’anno, che si sarebbe dovuta tenere a marzo, è stata tuttavia rinviata a causa dell’emergenza sanitaria e dovrebbe essere riconvocata nelle prossime settimane. Nel 2018 però il comitato permanente dell’Assemblea ha varato una legge che consente al Tesoro di assegnare in anticipo fino al 60% delle quote, nel corso del primo trimestre dell’anno.
Nel 2020 Pechino era già ricorso a questa possibilità approvando l’emissione di quasi 1.300 miliardi di yuan, per l’85% già sul mercato. Prendendo come riferimento la data del 15 aprile sono infatti già stati collocati titoli per oltre 1.100 miliardi. Ma le necessità di bilancio hanno spinto la dirigenza centrale a un nuovo intervento nell’ambito del piano di timolo allo studio per fronteggiare le ricadute economiche del coronavirus. Le risorse dovrebbero in parte andare a quelle che sono definite «nuove infrastrutture»: tecnologia 5G, mobilità elettrica, sviluppo di smart city. (riproduzione riservata)