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Politica

In marzo migliorano export, import e consumi in Cina

Lo ha comunicato il Mofcom, senza però precisare i dati. I tre quarti dei grandi esportatori sono tornati al 70% della loro capacità produttiva. Intanto Pechino fa nuovi passi per liberalizzare il mercato finanziario interno. L'obiettivo è allargare anche il mercato obbligazionario


09/04/2020 15:59

di Alberto Chimenti - Class Editori

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Esportazioni e importazioni hanno ripreso vigore in marzo, segnando un passo nella direzione della ripresa in Cin, che intanto si appresta a liberalizzare ulteriormente il suo mercato finanziario a favore di operatori internazionali.   I

 Il miglioramento dei flussi commerciali, crollati nei primi due mesi dell'anno, è stato confermato oggi da Gao Feng, portavoce del Ministero del Commercio (Mofcom). Tuttavia, ha precisato il funzionario, l'export sta ancora riscontrando grosse difficoltà a causa della diffusione del coronavirus all'estero.

Alcuni degli esportatori intervistati dal ministero hanno puntualizzato che gli ordini esistenti sono stati cancellati dai clienti esteri e quelli nel tessile e nell'abbigliamento sono stati particolarmente colpiti dalla pandemia.

Attualmente il 76% dei principali esportatori cinesi è tornato al 70% della propria capacità produttiva, ha aggiunto Gao, ribadendo che il Governo lavorerà per supportare le aziende e limitare l'impatto del virus.

Gli economisti intervistati dal Wall Street Journal prevedono che le esportazioni del Dragone siano diminuite del 15,9% a livello annuale a marzo rispetto al calo del 17,2% nel periodo gennaio-febbraio. Le importazioni invece dovrebbero aver registrato una contrazione del 10% a/a il mese scorso.

In risposta poi alle critiche arrivate dagli Stati Uniti, Gao ha affermato che la Cina non ha limitato le esportazioni di apparecchiature mediche, evidenziando che Pechino ha esportato 1,44 miliardi di dollari di prodotti medici a marzo. Inoltre il Governo intensificherà la supervisione su questo tipo particolare di esportazioni dopo alcune segnalazioni relative a forniture di scarsa qualità spedite in Europa.

Secondo il Mofcom, infine, le vendite al dettaglio stanno migliorando e il crollo dei consumi dovrebbe aver toccato il fondo.

Sul fronte finanziatio il Consiglio di Stato cinese, l'organo esecutico del governo, ha annunciato di avere deciso di liberalizzare ulteriormente i soi tassi di interesse di riferimento e di aprire maggiormente il settore finanziario domestico agli investitori esteri.

Per quanto riguarda i tassi di interesse,  Pechino intende rendere i tassi di deposito e di prestito di riferimento più orientati al mercato, anche se la Banca centrale ha già eliminato il tasso di prestito di riferimento l'anno scorso e lo ha sostituito con un nuovo regime di tassi di interesse piu' sensibile ai movimenti del mercato.

Il Governo mantiene ancora un controllo su quelli di deposito la cui liberalizzazione potrebbe scatenare una forte concorrenza che, secondo alcuni funzionari, potrebbe pero' provocare instabilita' finanziaria.

 Il Consiglio di Stato vuole poi dare alle istituzioni finanziarie estere un maggiore accesso al mercato interno. Pechino intende inoltre aumentare i servizi finanziari per le piccole imprese e per quelle private che sono state a lungo ignorate dal sistema finanziario statale.

Pechino punta anche ad ampliare le dimensioni del mercato obbligazionario nazionale ed esplorare nuovi metodi e meccanismi per l'emissione di obbligazioni societarie.

Infine il Consiglio intende rivedere ulteriormente il suo sistema hukou, o di registrazione delle famiglie, eliminando le restrizioni nella maggior parte delle citta' cinesi e mantenendo solo i limiti nelle metropoli più grandi.

 

 


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