Ancora protagonista alla venerabile età di 100 anni: l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger oggi ha incontrato a Pechino il ministro della Difesa cinese, Li Shangfu. Da tempo i rapporti fra i due colossi si sono deteriorati. I tentativi degli esponenti ufficiali dell’amministrazione Biden per migliorare le relazioni sono stati finora fallimentari.
Il recente viaggio in Cina del segretario al Tesoro Janet Yellen ha addirittura avuto un risvolto comico: la 76enne ex presidente della Federal Reserve ha voluto gustare i piatti del celebre ristorante pechinese Yi Zuo Yi Wang. In particolare ha apprezzato lo jian shou qingm, un tipo di fungo selvatico che può avere proprietà psichedeliche se non viene cucinato correttamente. Yellen ne ha mangiate ben quattro porzioni, che evidentemente non erano state preparate al meglio. E i commensali hanno potuto notare le conseguenze.
Ancora peggio è andata al segretario di Stato Antony Blinken: anche lui è stato in Cina alcuni giorni nel tentativo di ricucire. Sembrava fosse andata decentemente, ma il giorno successivo al ritorno a Washington il suo capo, Joe Biden, ha definito il presidente cinese Xi Jinping «un dittatore», rovinandogli così il lavoro fatto.
Al momento non si è capito se Kissinger sia stato mandato a Pechino dalla Casa Bianca in una sorta di diplomazia parallela o se siano stati i cinesi a chiedere una sua consulenza. In ogni caso, se c’è un americano che viene sempre accolto a braccia aperte in Cina, quello è Kissinger, colui che con la diplomazia del ping pong preparò la storica visita del presidente Richard Nixon in Cina nel 1972.
Il ministro della Difesa Li Shangfu ha dichiarato che «la comunicazione amichevole» tra Cina e Stati Uniti è stata «distrutta» perché «alcune persone negli Stati Uniti non hanno incontrato la Cina a metà strada». Sempre secondo il comunicato ufficiale del ministero della Difesa cinese, Kissinger ha invece detto di essere un «amico della Cina». «Né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di trattare l'altro come un avversario. Se i due Paesi entreranno in guerra, questo non porterà a risultati significativi per i due popoli», ha dichiarato il centenario maestro della diplomazia. (riproduzione riservata)