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Politica

L'economia cinese è entrata in deflazione, prezzi in calo

I prezzi al consumo cinesi sono scesi dello 0,3% su base annua a luglio, il primo calo da febbraio 2021, rispetto a una lettura piatta a giugno e alle stime di mercato di un calo dello 0,4%.


09/08/2023 11:16

di Mauro Romano - Class Editori

Cina

I prezzi al consumo cinesi sono scesi dello 0,3% su base annua a luglio, il primo calo da febbraio 2021, rispetto a una lettura piatta a giugno e alle stime di mercato di un calo dello 0,4%. Il costo del cibo è diminuito dell'1,7%, dopo essere aumentato nei 15 mesi precedenti in seguito al crollo dei prezzi della carne di maiale. Nel frattempo, i prezzi di fabbrica hanno esteso i loro ribassi per il decimo mese consecutivo. I prezzi alla produzione cinesi sono diminuiti del 4,4% su base annua a luglio 2023, peggio delle previsioni di mercato di un calo del 4,1%, dopo una flessione del 5,4% nel mese precedente, il calo più ripido da dicembre 2015.

 È stato il decimo mese consecutivo di deflazione dei produttori ma il dato più contenuto negli ultimi tre mesi tra l'indebolimento della domanda e la moderazione dei prezzi delle materie prime. Si è attenuata la flessione dei materiali di produzione (-5,5% contro -6,8% di giugno) a causa di una flessione più contenuta dei prezzi di lavorazione (-3,8% contro -4,7%), delle materie prime (-7,6% contro -9,5%) e delle estrazioni ( -14,7% contro -16,2%). Allo stesso tempo, i prezzi sono ulteriormente diminuiti per i beni di consumo (-0,4% contro -0,5%), gli alimenti (-0,9% contro -0,6%) e i beni durevoli (-1,5% contro -1,5%) a fronte di aumenti più rapidi nell’abbigliamento (1,5% contro 1,0%). Su base mensile, i prezzi alla produzione sono scesi dello 0,2%, il quarto mese consecutivo di calo, dopo il calo -0,8% di giugno.

È probabile che un «piano statunitense per limitare gli investimenti in Cina si applichi solo alle società cinesi che ottengono almeno la metà dei ricavi da settori all'avanguardia come l'informatica quantistica e l'intelligenza artificiale», scrive Bloomberg News. Un fatto che limiterebbe la portata di un ordine esecutivo che l'amministrazione Biden dovrebbe presentare nei prossimi giorni come parte di un pacchetto di interventi per limitare l'accesso cinese alla tecnologia ritenuta sensibile. La versione finale dell'ordine esecutivo, che ha richiesto più di un anno di elaborazione, dovrebbe essere «molto meno ambiziosa delle prime versioni, dato che il presidente Biden cerca di bilanciare la limitazione dell'accesso cinese alla tecnologia americana, cercando al contempo di migliorare i legami (complicati, ndr) con Pechino», aggiunge Bloomberg. (riproduzione riservata)


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