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Politica

L'export cinese spinge il surplus della bilancia commerciale

Pechino festeggia con un record di quasi 900 miliardi di dollari negli 11 mesi di quest'anno e punta al triliardo di dollari entro il 31 dicembre. Il risultato è stato favorito quest'anno da una crescita delle importazioni più debole dell'aumento dell'export che anche in novembre ha segnato un +6,7%


10/12/2024 18:31

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale

È continuato anche in novembre il trend positivo delle esportazioni cinesi, anche se la crescita ha rallentato rispetto a ottobre, secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi. Il mese scorso, il valore delle esportazioni cinesi è aumentato del 6,7% su base annua, raggiungendo 312,3 miliardi di dollari, in rallentamento rispetto all'espansione del 12,7% di ottobre. La lettura ha deluso il consenso degli economisti che si aspettavano una crescita dell'8,5%.

Nel frattempo, il valore delle importazioni si è ridotto del 3,9% a 214,9 miliardi di dollari, mentre il consenso degli economisti aveva previsto un aumento dello 0,3%. Il valore totale delle importazioni e delle esportazioni è salito del 2,1% a 527,2 miliardi di dollari a novembre.

La differenza di velocità tra export e impot ha generato un surplus commerciale record a 97,44 miliardi di dollari a novembre, superiore all'avanzo di ottobre, che era stato di 95,7 miliardi di dollari. Nei primi 11 mesi dell'anno, il surplus commerciale della Cina si è attestato a 884,7 miliardi di dollari, con un aumento delle esportazioni del 5,4% a 3,2 trilioni di dollari e delle importazioni dell'1,2% a 2,3 trilioni di dollari.

Questi dati indicano che la disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina iniziata nel 2018 non ha danneggiato eccessivamente la bilancia commerciale della Repubblica popolare, ma ha spinto i due paesi a ripensare le proprie forniture e le strategie di approvvigionamento.

Nel 2023, la quota di mercato complessiva della Cina in America, che resta di gran lunga il principale partner commerciale di Pechino,  è scesa del 7,7% al 13,9%, con cali ancora più marcati nei settori interessati dalle misure tariffarie. Nonostante la diminuzione complessiva, non tutti i settori hanno sofferto e la Cina è riuscita ad aumentare la propria quota di mercato in aree specifiche e si è mantenuta la principale fonte di importazioni per gli Stati Uniti rispetto tra i principali Paesi asiatici.

Tuttavia con il calo degli scambi di merci tra Stati Uniti e Cina, entrambe le nazioni hanno cercato altri mercati, sottolineano Inga Fechner e James Knightley, rispettivamente, senior economist e chief international economist presso Ing. Tra il 2017 e il 2023, la quota di importazioni negli Stati Uniti da Unione europea, Messico e Vietnam è aumentata, rispettivamente, del 2,4%, del 2,1% e dell'1,7%.

La Cina, invece, ha aumentato le proprie esportazioni soprattutto verso Russia, Vietnam, Africa, Ue e Messico. Nel complesso, secondo i due esperti, Messico e Vietnam potrebbero fungere da paesi "plus one", cioè intermediari per il commercio della Cina con gli Stati Uniti e viceversa. Tuttavia, proprio il Messico e il Vietnam potrebbero essere colpiti da una nuova guerra commerciale avviata dall'amministrazione statunitense contro le aziende straniere che operano in Paesi terzi come i due in questione. (riproduzione riservata)


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