La Cina è già diventata il singolo mercato dei consumi più grande al mondo. Le vendite annuali di auto nuove nel suo territorio raggiungono i 28 milioni di unità, mentre negli Stati Uniti si fermano a 17 milioni. I consumatori cinesi acquistano più iPhone di quelli statunitensi (le consegne sono però diminuite del 19,9% nel quarto trimestre del 2018, secondo la società di ricerca Idc). Molte aziende cinesi stanno sviluppando prodotti di migliore qualità e modelli di business innovativi per sfruttare la crescita.
“Malgrado l’incertezza, la Cina può contare su un’opportunità fondamentale di crescita strutturale: i consumi interni”, sottolinea Jin Xu, gestore di portafoglio azionario asiatico per Columbia Threadneedle. Il gestore mette in fila in numeri. Secondo il Fondo monetario internazionale, il pro capite in Cina nel 2017 era pari a circa 9.000 dollari . Nello stesso anno nel Regno Unito ammontava a circa 40mila dollari e negli Stati Uniti a 60mila.
“Nel corso del prossimo decennio, l'incidenza dei consumi interni in Cina dovrebbe continuare a crescere stabilmente; non sembra probabile che possa regredire. Di fatto, il pil cinese a parità di potere d'acquisto nel 2017 ammontava a quasi 17mila dollari e, secondo le stime, dovrebbe salire a oltre 26mila dollari nel 2023. Questa progressione rappresenta per noi un'opportunità”, ribadisce Jin Xu
“Nei nostri portafogli asiatici e cinesi siamo riusciti ad incorporare questi temi, dalla tecnologia alle assicurazioni fino ai settori dei consumi. Che si tratti di ascesa dell'e-commerce, di aumento della domanda di polizze assicurative nel ramo vita man mano che la popolazione cresce in ricchezza o di richiesta di beni di lusso di alta fascia, nella nostra veste di gestori attivi con una profonda conoscenza della realtà locale, siamo consapevoli che questo trend strutturale continuerà a creare interessanti opportunità d'investimento”, prosegue il gestore nella sua analisi.
Sullo sfondo ci sono le tensioni commerciali con gli Stati Uniti. “Ci vorrà del tempo per giungere a una soluzione, ma riteniamo che la situazione non si deteriorerà significativamente rispetto allo status quo”
La Cina, prosegue, “sta prendendo sul serio la richiesta di una cambiamento nel mondo societario avanza dagli Stati Uniti”. La recente disponibilità ad aprire il proprio mercato società estere “ne è un esempio”. Jin Xu cita i casi di Testa, in procinto di avviare la costruzione di uno stabilimento a Shanghai del quale avrà il 100% o di Ubs, che ha ottenuto l’ok all’acquisizione la maggioranza del 51% in una joint venture locale che si occupa di intermediazione immobiliare.” È anche il momento giusto per le società cinesi coinvolte in misura crescente nello sviluppo di prodotti più innovativi, interessate quindi a una maggiore protezione della proprietà intellettuale nel mercato interno. In breve, è trascorso meno di un anno da quando è iniziata la guerra commerciale, ma la Cina sta già compiendo progressi”.
I cambiamenti in atto potranno influire anche sul modo in cui le aziende affrontano il rallentamento. “Questa volta le politiche di sostegno hanno un'impronta più graduale; a ispirarle è una mentalità che fa affidamento sui dati e non su un massiccio intervento di stimolo che finisce per provocare capacità inutilizzata” conclude il gestore “ Probabilmente la ripresa non avrà un andamento a "V" come l'ultima volta, quando tutti i comparti dell'economia hanno registrato un forte rimbalzo, ma sarà più sostenibile, anche perché la nuova politica di supporto è orientata verso la qualità.