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Politica

La Cina non aderisce al sistema della sanzioni alla Russia

Lo ha precisato Guo Shuqing, presidente della China Banking and Insurance Regulatory Commission, sostenendo che non hanno una forte base legale e per lo più sono inefficaci. Il Dragone continuerà a mantenere normali scambi economici, commerciali e finanziari con le parti interessate


02/03/2022 14:09

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Guo Shuqing, presidente della China Banking and Insurance Regulatory Commission

La Cina è contraria alle sanzioni finanziarie unilaterali e non imporrà le sanzioni decise dalle Nazioni occidentali contro la Russia, ha affermato Guo Shuqing, il presidente della China Banking and Insurance Regulatory Commission.

Con le ultime sanzioni in risposta all'invasione russa dell'Ucraina, gli alleati occidentali hanno deciso di escludere diverse banche russe dal sistema di pagamenti globale Swift. «Non parteciperemo a tali sanzioni e continueremo a mantenere normali scambi economici, commerciali e finanziari con le parti interessate», ha affermato Guo, spiegando che le sanzioni finanziarie unilaterali normalmente "non hanno alcun effetto positivo" e mancano di base giuridica.

Dati gli stretti legami tra Pechino e Mosca, gli analisti ritengono che la Cina potrebbe aiutare a fornire un'alternativa a Swift con il suo sistema "Cross-Border Interbank Payment System", sebbene la rete cinese abbia una portata molto limitata. Guo ha affermato che l'impatto di tali sanzioni sull'economia e sul sistema finanziario cinese "non è troppo chiaro ora e deve essere osservato", ma dovrebbe essere limitato data la resilienza dell'economia cinese.

Da parte sua il portavoce del ministero cinese degli Esteri Wang Wenbin ha precisato che «La Cina mantiene aperto il canale di comunicazione con l'Ucraina», in riferimento alla possibilità di un colloquio tra il presidente cinese Xi Jinping e l'ucraino Volodymir Zelensky.

Intanto gli analisti internazionali si interrogano sui possibili effetti della crisi economica in Russia sull'economia cinese. «È improbabile che la crescita economica, i costi energetici e le operazioni bancarie cinesi vengano danneggiati in modo significativo dal conflitto militare in Ucraina», puntualizzano da CreditSights. La società di ricerca sul credito, basata a New York, Londra e Singapore, osserva che la Russia rappresenta una parte relativamente piccola del commercio cinese e le banche cinesi hanno un'esposizione di prestito limitata alla Russia.

Le banche russe, escluse da SWIFT, potrebbero rivolgersi al sistema di pagamento transfrontaliero cinese, spiegano gli analisti. Sul fronte energetico, è probabile che la Cina aumenti le importazioni di greggio russo, che attualmente viene scambiato a sconto rispetto al petrolio europeo. Una minaccia più grande "risiede in un possibile selloff di attività cinesi come le obbligazioni societarie in dollari se la situazione in Ucraina dovesse degenerare e creare un ambiente globale di avversione al rischio", conclude CreditSights. (riproduzione riservata)


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