La Cina è in contatto con alcuni Paesi per permettere corsie preferenziali d'ingresso agli imprenditori. Al momento c'è l'intesa con la Corea del Sud e si parla di Singapore. La misura permetterebbe l'ingresso di personale, alleggerendo le restrizioni imposte a fine marzo
Dal 28 marzo la Repubblica Popolare ha infatti sospeso l'ingresso a tutti i cittadini stranieri. Salvo alcune eccezioni non chiaramente specificate, tale ordinanza riguarda tutti i cittadini stranieri, compresi quelli titolari di visto regolare o in possesso di permessi di residenza validi. Una situazione che di fatto ha decapitato molte aziende, attualmente con il management bloccato nei rispettivi Paesi e la forza lavoro in Cina che riprede la produzione.
Questo divieto «temporaneo», la cui durata non è stata stabilita, avrà un impatto profondo sia sulle famiglie europee in Cina, sia sulle imprese presenti sul territorio e rallenterà ulteriormente il ritorno alla normalità tanto anelata. Questo malgrado gli stranieri rappresentino soltanto una piccola percentuale dei viaggiatori in arrivo nel Paese e nonostante il 90% dei casi importati di Covid-19 sia da attribuirsi a cittadini cinesi di ritorno dall’estero, lamenta la Camera di commercio Ue in Cina.
La corsia preferenziale dovrebbe ovviare ai problemi generati da tali restrizioni. Fonti imprenditoriali dalla Cina segnalo indiscrezioni di contatti in corso anche con gli Stati Uniti. Non è invece ancora chiaro se ci siano trattative anche con l'Italia.
A complicare eventuali negoziati con Roma, riferiscono fonti imprenditoriali, ci sarebbe inoltre il timore per il piano di allentamento delle restrizioni e delle misure di contenimento che il premier Giuseppe Conte annuncerà tra oggi e sabato 25 aprile e che partirà a pieno regime dal 4 maggio, pur con qualche iniziale riapertura di attività economiche già dal 27 aprile. Un'accelerazione che in parte preoccupa la Cina, tanto che c'è chi non esclude che una tale decisione possa tenere l'Italia nella "lista nera" dei Paesi a rischio ancora per un tempo più prolungato.
A momento sono quattro le date chiave per la fase 2. Si scaglioneranno le riaperture a partire dalla prossima settimana. Il 27 aprile se i sindacati non fermeranno tutto, ripartiranno le fabbriche di macchine industriali per l'agricoltura e la silvicoltura. Il via libera per tutti i cantieri è fissato il 4 maggio, insieme alle industrie del tessile e della moda.
Ci sarà l'allentamento dei divieti di spostamento, mantenendo comunque l'autocertificazione, e si potrà andare fuori dal Comune di residenza non solo per motivi di lavoro. L'11 maggio, se tutto andra' come previsto, toccherà alla vendita al dettaglio. Abbigliamento, calzature e tutti i negozi che finora sono rimasti chiusi potranno tornare in attività, sia pur con le restrizioni dovute al distanziamento e ai dispositivi di protezione. Il 18 maggio, nelle intenzioni del governo è il giorno in cui si potrà andare anche nei bar e nei ristoranti. (riproduzione riservata)