La Cina ha spodestato gli Stati Uniti come primo partner commerciale dell’Unione europea. Gli ultimi dati Eurostat indicano una crescita dell’export verso la Repubblica popolare del 2,2% e una crescita del 5,6% dell’import di beni cinesi. Di contro le importazioni Usa di merci Ue sono crollate dell’8,2% e l’export dalle coste statunitensi al Vecchio Continente del 13,2%
La pandemia ha influito. L’emergenza sanitaria ha di fatto indirizzo i flussi verso la Cina, primo Paese a riprendersi dopo la prima ondata di Covid-19 e anche unico tra i grandi Paesi a crescere nel 2020.
Il dato si riflette nelle ultime cifre sull’export Italiano. Il 2020 si chiude, malgrado il rapido recupero dopo il crollo di marzo e aprile, con una contrazione complessiva dell'export del 9,7%, il peggior risultato dopo la caduta registrata nel 2009.
Lo rileva l'Istat aggiungendo che l'export registra una contrazione del 9,7%, con riduzioni di pari entità' verso entrambi i mercati di sbocco, area Ue ed extra Ue. Il calo è dovuto in particolare alla caduta delle esportazioni di macchinari e apparecchi (-12,6%), prodotti petroliferi raffinati (-42,1%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-20,8%). Risultano in aumento le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicine botanici (+3,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+1,9%).
La contrazione, dovuta per oltre un terzo al calo delle vendite di beni strumentali, è estesa a tutti i principali mercati di sbocco: paesi Asean e Opec, Francia e Regno Unito mostrano le flessioni più marcate. All'opposto, è molto contenuto il calo dell'export verso la Cina, ha sottolineato l’Istituto di Statistica. L'import è diminuito nel 2020 del 12,8%. Nella media del 2020, i prezzi registrano una marcata flessione (-5,1%), la più ampia dal 2009; al netto dell'energia, la flessione è dell' 1,2%.
Su base annua, i paesi che contribuiscono in misura più ampia all'incremento dell'export sono Germania (+7,7%), Stati Uniti (+7,9%), Regno Unito (+12,5%) e Cina (+18,3%). In diminuzione si segnalano le vendite verso paesi Opec (-13,1%), Giappone (-9,7%) e Spagna (-2,7%). (riproduzione riservata)