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Politica

Molte fabbriche di Shanghai si stanno fermando per i lockdown

Fra gli annunci più rilevanti quelli di Pegatron Corporation, assemblatore di prodotti Apple, di Bosh e Tesla, ma secondo le autorità di Taiwan sarebbero 161 le società di Formosa con attività a Shanghai che hanno sospeso la produzione. La causa principale è che i camion non consegnano le merci


13/04/2022 15:14

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale

Sono sempre di più le fabbriche cinesi situate in prossimità di Shanghai che hanno deciso di chiudere i battenti e sospendere la produzione a causa del prolungato lockdown per il Covid-19 proclamato nella regione.

Secondo gli analisti, i produttori dell'area stanno avendo difficoltà a reperire le componenti necessarie per la produzione a causa delle restrizioni cinesi sui movimenti che impediscono di fatto ai camion di accedere all'area, bloccando le catene di approvvigionamento. Ciò significa che gli impianti non possono operare normalmente, anche qualora riuscissero a mantenere i lavoratori sul posto di lavoro.

Pegatron Corporation, uno dei maggiori assemblatori dei prodotti Apple, ha annunciato ieri di aver sospeso temporaneamente la produzione nelle fabbriche di Shanghai e a Jiangsu in linea con le disposizioni del governo locale.

Pegatron, che ha sede a Taiwan, produce iPhone e altri prodotti di Apple a Shanghai e Jiangsu ed è il secondo più grande assemblatore di iPhone dopo Foxconn Technology Group.

Una notizia simile è arrivata anche dal fornitore tedesco di componenti per auto e chip Robert Bosch, che ha sospeso la produzione negli stabilimenti di Shanghai e nella città settentrionale di Changchun, per conformarsi con il protocollo per la pandemia locale.

Altre due fabbriche a Shanghai e nella vicina città di Taicang operano ancora in un ambiente simile a una bolla che tiene i lavoratori nei campus delle fabbriche. Un portavoce di Bosch ha affermato che l'azienda sta "facendo tutto il possibile per mantenere le catene di approvvigionamento". Anche Tesla, nella megafabbrica vicino a Shanghai, ha dovuto rallentare e in alcuni momenti sospendere la produzione.

La produzione di molti stabilimenti nell'area di Shanghai è stata interrotta da marzo a causa delle rigide misure del governo cinese per bloccare la diffusione del Covid-19. Le restrizioni avevano lo scopo di far diminuire i contagi e aprire la strada a una ripresa dell'economia. Invece, il virus continua a diffondersi e l'impatto sulle economie locali e globali continua a crescere.

Ai conducenti di camion è stato richiesto di mostrare un test negativo effettuato entro 48 ore per entrare a Shanghai, con il risultato che alcuni autotrasportatori stanno evitando del tutto di trasportare merci attraverso la città per paura di finire in quarantena, e quindi non poter lavorare per almeno 14 giorni.

Molti produttori di elettronica a Shanghai e nelle regioni vicine stanno cercando quindi di sfruttare l'inventario in loco perché non possono ricevere consegne di parti come semiconduttori, moduli batteria e pannelli di visualizzazione, ha affermato la società di ricerca taiwanese TrendForce.

Una tipica catena di fornitura in Cina prevede che i prodotti realizzati in altre parti del Paese vengano spediti a Shanghai e nelle province vicine, dove hanno sede le aziende che progettano e producono elettronica per grandi marchi di consumo come Apple. Tuttavia, TrendForce ha riferito che i fornitori hanno avuto problemi a consegnare le componenti dove sono necessarie.

Secondo quanto riferito da un funzionario dell'autorità di regolamentazione finanziaria di Taiwan, sono circa 161 le società quotate a Taiwan con attività a Shanghai e nella vicina Kunshan che hanno dovuto interrompere la produzione. (riproduzione riservata)


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