La Cina ha alzato il velo su un piano di iniziative speciali per stimolare i consumi e fare della domanda interna il motore principale e l'ancora della crescita economica, stabilita anche quest'anno dal governo al 5%. Il piano, redatto dall'Ufficio Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e dall'Ufficio Generale del Consiglio di Stato, cioè i massimi organi esecutivi dello stato, mira a rilanciare con forza la domanda interna in tutti i settori, aumentando la capacità di spesa dei potenziali consumatori e riducendo gli oneri finanziari.
L'obiettivo è anche di stimolare un'offerta di beni di alta qualità e a migliorare le reti di vendita, rendendole più attrattive, per rafforzare la propensione a spendere dei consumatori.
Il piano, organizzato in otto sezioni principali, adotta un approccio olistico affrontando simultaneamente fattori quali la crescita del reddito, il miglioramento della qualità dei consumi dei servizi, l'aggiornamento dei consumi di grandi dimensioni e il miglioramento dell'ambiente di consumo.
L'approcio è di promuovere una crescita ragionevole dei salari rafforzando il sostegno all'occupazione in risposta alle condizioni economiche e migliorando i meccanismi di adeguamento dei salari minimi. Ma si interverrà, come del resto è già stato fatto nel recente passato, per superare i vincoli, soprattutto finanziari, creati dalla forte crisi del settore immobiliare.
Da un lato c'è l'impegno dell'amministrazione a stabilizzare il mercato azionario favorendo strumenti finanziari di investimento nel settore e sviluppando prodotti obbligazionari adatti agli investitori individuali.
Dall'altro è previsto di aiutare i redditi delle famiglie sbloccando il valore delle case legalmente possedute dagli agricoltori attraverso accordi di affitto, partecipazione azionaria e modelli cooperativi.
Il piano pone l'accento sia sullo sviluppo della domanda nei settori di consumo tradizionali come l'edilizia abitativa e le automobili, sia su categorie emergenti come i prodotti alimentati dall'intelligenza artificiale, l'economia aerospaziale a bassa quota e il turismo "d'argento", quello focalizzato su target anziani.
Inoltre si punterà, guardando piuttosto ai giovani, ad accelerare lo sviluppo e l'applicazione di nuove tecnologie e prodotti, tra cui la guida autonoma, gli indossabili intelligenti, i video ad altissima definizione, le interfacce cervello-computer, la robotica e la produzione additiva, più comunemente nota come stampa 3D, per creare nuovi settori di consumo ad alta crescita.
Anche dal punto di vista geografico, l'approcio ai consumi terrà molto conto delle specificità regionali, con politiche mirate per le aree rurali, le regioni ricche di risorse di ghiaccio e neve e i centri urbani, consentendo alle autorità locali una flessibilità di scelte dettate dalle diverse condizioni climatiche.
Le regioni ricche di ghiaccio e neve, per esempio, saranno aiutate nello sviluppo del turismo invernali, promuovendole anche all'estero. Il piano enfatizza lo sviluppo dei consumi in entrata, espandendo sistematicamente gli accordi unilaterali di esenzione dal visto e ottimizzando le politiche regionali di ingresso senza visto.
L'intenzione esplicitata dal governo è di collegare la spesa per favorire i consumi a obiettivi sociali più ampi, come il miglioramento dell'assistenza agli anziani, il sostegno all'infanzia e l'equilibrio tra lavoro e vita privata: in questo modo, negli auspici di Pechino, i consumi non sarebbero solo una leva per far crescere l'economia, ma anche un mezzo per migliorare la qualità della vita nel paese.
Finora gli stimoli impressi all'economia nel 2024 sul lato della domanda interna non hanno sortito grandi risultati, come conferma la necessità di rilanciare un Piano ad ampio raggio come quello annunciato, tuttavia qualche segnale positivo sembra manifestarsi.
Nei primi due mesi di quest'anno le vendite al dettaglio sono aumentate del 4% su base annua, secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica. Il tasso di crescita è superiore di 0,5 punti percentuali rispetto a quello del 2024. Il totale delle vendite al dettaglio di beni di consumo ha superato gli 8,37 trilioni di yuan (circa 1,17 trilioni di dollari) da gennaio a febbraio. Escludendo le automobili, la cifra è stata di 7,68 trilioni di yuan, con una crescita del 4,8% su base annua.
«Con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone e un pil pro capite di oltre 13.000 dollari, la Cina offre un mercato con un enorme potenziale, un ampio spazio e grandi opportunità di sviluppo», ha dichiarato Fu Linghui, portavoce del National Bureau of Statistics.
Anche la produzione industriale, rilevata dati dati delle imprese con almeno 2,7 milioni di fatturato annuo, è aumentata del 5,9% a livello annuale nei primi due mesi del 2025, e nel solo mese di febbraio, è cresciuta dello 0,51% rispetto a gennaio. Ma su questo fronte il dato positivo non è una novità, perché non è la fabbrica il centro del problema cinesa in questa fase, ma il portafoglio dei cittadini. (riproduzione riservata)