Un nuovo consistente piano fiscale per un totale di 1.400 miliardi di dollari è stato deciso dal governo di Pechino per il sostegno dell'economia.
Con l'approvazione del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, il programma annunciato oggi dal ministero della Finanze servirà per rifinanziare il debito degli enti locali, mentre sembra che altre misure siano allo studio per sostenere una congiuntura economica che dovrà ora affrontare i nuovi rischi derivanti dalla rielezione di Donald Trump.
Il piano fiscale prevede di aumentare il tetto del debito dei governi locali a 35,52 trilioni di yuan, quasi 5 triliardi di dollari, consentendo loro di emettere 6 mila miliardi di yuan (840 miliardi di dollari) di nuove obbligazioni speciali nei prossimi tre anni. Le autorità hanno poi dichiarato che i governi locali potranno attingere a un totale di 4.000 miliardi di yuan (560 miliardi di dollari) di nuove quote speciali di obbligazioni locali in cinque anni per lo stesso scopo.
Il piano approvato si avvicina alla fascia alta delle previsioni della maggior parte degli economisti, ed è la prima volta dal 2015 che le autorità alzano il tetto del debito delle amministrazioni locali a metà anno.
Lo swap è «un’importante decisione politica che tiene conto del contesto di sviluppo internazionale e nazionale, della necessità di garantire un funzionamento economico e fiscale stabile e dell’effettiva situazione di sviluppo dei governi locali», ha dichiarato il ministro delle Finanze Lan Foan durante un briefing. Lan stima che lo swap possa far risparmiare circa 600 miliardi di yuan in pagamenti di interessi nell'arco di cinque anni, consentendo di destinare risorse al rilancio degli investimenti e dei consumi.
Per il ministro delle Finanze il debito nascosto in essere ammontava a 14,3 trilioni di yuan alla fine del 2023. L’economia cinese è cresciuta del 4,6% nel terzo trimestre, il ritmo più debole dal marzo dello scorso anno, mettendo in dubbio la capacità di Pechino di raggiungere il suo obiettivo di espansione annuale del 5%. Questo rallentamento ha spinto i vertici di Pechino a orientarsi verso politiche di maggior sostegno, tra cui tagli ai tassi di interesse e aiuti ai mercati azionari e immobiliari. (riproduzione riservata)