La Cina aumenterà nel 2019 il proprio contributo alla crescita globale. “La potenza asiatica è tornata”, scrive Patrick Zweifel, capo economista del gruppo Pictet nell’ultimo approfondimento sul ruolo cinese nello scacchiere mondiale. “”Questa”, aggiunge, “dovrebbe essere una buona notizia per gli attivi dei mercati emergenti in generale e cinesi in particolare”.
Secondo l’economista l’attuale “maggiore stabilità” di Pechino offre una potente compensazione a Stati Uniti e ed Eurozona. Già lo scorso anno la Repubblica popolare ha contribuito per più di un terzo alla crescita globale, “quest’anno prevediamo che la sua quota sia destinata ad aumentare”.
Nel giro di pochi mesi la Cina si è trasformata. Da “serie minaccia” alla stabilità è tornata a essere un ancora di salvataggio per lo sviluppo globale, commenta Pictet che aggiunge: “stranamente, questo spostamento è il risultato indiretto di un problema che poteva seriamente danneggiare la Cina, ovvero le sanzioni commerciali imposte dagli Stati Uniti”.
Tema di stretta attualità. Da giovedì 9 maggio il vicepremier Liu He sarà a Washington per proseguire i colloqui con l’amministrazione statunitense. La missione è però stata anticipata dalla minaccia del presidente Donald Trump di innalzare al 25% già da venerdì 10 maggio i dazi su 200 miliardi di dollari di importazioni sulla Cina e aggiungere tariffe al 25% su ulteriori 325 miliardi di prodotti.
Le tariffe finora imposte, secondo le stime di Pictet, hanno avuto un’incidenza dello 0,3% sul prodotto interno lordo cinese che potenzialmente potrebbe arrivare all’1%.
Le sanzioni hanno indotto Pechino ad accelerare le riforme, mettendo in campo misure di stimolo, tagli fiscali, spesa per le infrastrutture e un allenamento monetario per un valore complessivo di 2.800 milardi di yuan. Per Zwifel circa un terzo si tradurrà in crescita, “l’equivalente di una spinta annua attorno allo0,3-0,5% nel prossimo biennio”.
Pictet rileva quindi un’inversione di tendenza già avvenuta nella crescita del credito, nella produzione industriale e negli investimenti attivi fissi
La Cina, conclude “riconosce la tendenza strutturale di una crescita in graduale rallentamento, di pari passo con la riduzione della leva finanziaria, che a sua volta ci fa ben sperare che il governo non offrirà uno stimolo eccessivo all'economia, con provvedimenti anti-ciclici”.