Prende forma la nuova negative list per gli investimenti in Cina, l’elenco dei settori chiusi o che richiedono particolari approvazioni. La Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme ha messo in consultazione la bozza dell’ultima versione.
Tra le novità spiccano le restrizioni riguardanti le criptovalute, mentre restano ancora in sospeso per i privati alcuni settori della finanze e i media.
Le 78 pagine di documento prevedono sei settori vietati e 111 categorie sottoposte ad approvazione dei regolatori. Complessivamente, però alleggerisce il novero degli investimenti vietati e delle restrizioni, aprendo ad esempio alla formazione per la sicurezza, al mercato delle assicurazioni online e riducendo le procedure per gli accordi di acquisizione e fusione nei quali sono convolte quotate.
Alcuni accorgimenti riguardano la stampa e i media. In particolare sono vietati gli investimenti non pubblici in nuove iniziative editoriali e per iniziative che riprendono notizie dalla stampa straniere , così come nell’organizzazione di premi e convegni di settore.
Novità anche nel campo della finanza. Le attività non finanziarie sono tagliate fuori dal wealth management e dall’equity crowdfunding. Anche il mondo dei “minatori” di criptovalute avrà paletti, nell’ultima di una serie di stretta per l’industria, altamente energivora e concorrente rispetto al progetto di criptovaluta sovrana (fine settembre la banca centrale ha reso illegali tutte le transazioni in cripto). La lista prevede inoltre controlli nella nomina degli alti funzionari delle agenzie di rating.
La negative list, pubblicata per la prima volta nel 2018, prende il posto dell’elenco degli investimenti permessi, invertendo la logica dell’apertura del mercato del Dragone. Non più elencando soltanto i settori in cui è permesso o limitato l’investimento privato e degli stranieri, ma concentrandosi principalmente sui comparti sui quali ci sono restrizioni, lasciando libertà di azione in tutti gli altri. (riproduzione riservata)