Il primo azionista di Pirelli è Marco Polo (il colosso Sinochem) con il 37%, mentre Silk Road Fund ha il 9%. Camfin, invece, che fa capo all’amministratore delegato Marco Tronchetti Provera, è al 14% e ha stretto di recente un patto parasociale con Brembo (al 6%) su un totale del 20% di azioni.
Nel weekend è emerso da indiscrezioni di stampa che il dipartimento del governo che valuta il golden power domani ascolterà in audizione Pirelli e Camfin, dopo aver già sentito i rappresentanti di Sinochem.
Dai documenti raccolti emergerebbe la richiesta di ingerenza sulle strategie e l’operatività del gruppo, col colosso cinese Sinochem che avrebbe chiesto un aumento del livello di controllo politico e sulla composizione dei quadri dirigenziali oltre all’integrazione dei sistemi informatici delle controllate di Pirelli in Cina con i sistemi di Sinochem per consentire la condivisione simultanea delle informazioni.
Un fatto che si aggiunge alla maggiore forza dei soci cinesi nel nuovo patto, spiega oggi Equita Sim, sottolineando che Camfin avrà un consigliere in meno. Una decisione sul golden power resta attesa entro il 23 giugno. In funzione dell’esito, che secondo recenti fonti di stampa potrebbe arrivare fino alla limitazione del diritto di voto dei cinesi, gli analisti della Sim milanese «non escludono che possa essere avviata una ricomposizione dell’azionariato».
Il nuovo patto parasociale sottoscritto il 16 maggio 2022 tra gli azionisti cinesi e la Camfin di Marco Tronchetti Provera è entrato formalmente in vigore il 19 marzo scorso ma è di fatto sospeso fino alla conclusione del procedimento golden power, ricordano gli analisti. Pirelli riunirà l'assemblea dei soci il prossimo 29 giugno per approvare il bilancio e il dividendo relativo al 2022. (riproduzione riservata)