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Politica

Sale la disoccupazione in Cina, allarme della Banca centrale

Nei primi tre mesi del 2020 hanno cessato l’attività circa mezzo milione di aziende con revoca della business licence. Il totale della forza lavoro occupata in Cina equivale a circa 775 milioni di persone: alcuni analisti stimano che almeno 200 milioni di persone si troveranno in futuro senza lavoro


07/04/2020 10:15

di Marco Leporati*

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C’è una fabbrica che ha ripreso a pieno regìme, limitata solo dalle barriere create dall’uomo: è la fabbrica della natura.

Tre miliardi di persone ovvero il 50% della popolazione mondiale è in confinamento volontario o coattivo nelle proprie abitazioni; quasi tutti gli Stati hanno deciso il lockdown e le attività si sono fermate come nel fermo immagine di un film ma la natura, in accordo alle sue leggi innate e secolari è in piena agitazione. Al mattino, di buon’ora, il cinguettio degli uccelli che amoreggiano o in cerca di cibo per i loro piccoli; più tardi il ronzio delle api circonda i fiori appena sbocciati e le farfalle liberate da crisalidi stantie muovono i primi timidi voli.

Basta osservare e ascoltare. Il corso della vita prosegue senza una minima interferenza del coronavirus che invece ha costretto l’uomo a fermarsi non si sa per quanto. Siamo stati costretti a superare le colonne d’Ercole lasciando un Mediterraneo maladetto tante volte ma alla fine sicuro e custode della nostra confort zone senza sapere dove la nave del futuro ci porterà.

L’economia mondiale è ferma; quella cinese ha ripreso ma esiste l’incognita di come verrà gestita nel breve termine. La rete di trasporti che ha permesso sino a gennaio scorso di essere la base della connessione tra continenti diversi, portando talvolta anche delle componenti mefitiche  come la cimice asiatica, con la riduzione dei servizi e la rapida corsa  dei prezzi al rialzo non permette approvvigionamenti ragionevoli ed il cibo sta diventando una delle priorità sia per la domanda che per l’offerta riprendendo il significato della scala dei valori di Maslow.

Un esempio eloquente: l’Australia in questo momento, nonostante i dissennati e recenti disastri ambientali, è in grado di approvvigionare beni alimentari per cinquanta milioni di persone: purtroppo i costi di trasporto aereo hanno creato un collo di bottiglia che forse verrà risolto dal governo australiano con un sussidio ai produttori. Anche in questo caso la natura è prodiga ma tarpata dalle decisioni economiche dell’uomo.

La dialettica uomo-natura nasce con la filosofia greca ed attraversa tutti i periodi storici e politici del nostro mondo ma ora assume una connotazione d’urgenza in quanto mai sino ad ora lo stesso mondo si era globalmente fermato.

L’articolo del Financial Times di qualche giorno fa che esprimeva il concetto di una situazione in fieri peggiore della Grande depressione del 1929 fa da contrappasso allo sviluppo rapido ed anarchico di un fenomeno epidemiologico al momento solo bilanciato da aiuti economici dei singoli Stati in forme diverse ma con un fine comune.

Proprio oggi, Zhu Jun, Direttore del Dipartimento internazionale della Pboc (People Bank of China), la banca centrale, ha sostenuto che “ la possibilità di una Grande Depressione non può essere scartata se l’epidemia continua ad essere fuori controllo ed il deterioramento dei fondamentali economici è combinato con lo scoppio dei rischi finanziari”.

Mentre la maggior parte dei Paesi occidentali sta intervenendo con aiuti diretti alle aziende ed ai singoli lavoratori per contrastare la temporanea cessazione delle attività economiche, la Cina sta programmando interventi volti a sviluppare l’economia interna ovvero stimolare i consumi domestici.

Se nell’articolo precedente avevo menzionato il recente innalzamento del tasso di sisoccupazione dal 5,2% al 6,2%, oggi si stanno addensando nubi all’orizzonte foriere di dati che, se confermati, avranno una ripercussione importante sull’economia cinese. Nei primi tre mesi del 2020 hanno cessato l’attività circa mezzo milione di aziende con revoca della business licence.

Il totale della forza lavoro occupata in Cina equivale a circa 775 milioni di persone: alcuni analisti stimano che almeno 200 milioni di persone si trovino in futuro senza lavoro. Certamente vi saranno sussidi individuali ma, con le normative esistenti, essi riguarderanno solo una platea limitata.Il cibo quindi assume una connotazione primaria e fonti sostengono che, con la produzione e le riserve strategiche, per un anno non vi dovrebbero essere problemi.

Si ritorna allora al rapporto, ora conflittuale, tra uomo e natura dove, soprattutto oggi, la natura ovvero il territorio destinato all’agricoltura, agli allevamenti, all’itticoltura e alla protezione delle fonti idriche, deve essere tutelato.

Una recente pubblicazione di Alessandro Aresu dal titolo emblematico “Le potenze del capitalismo politico, Stati Uniti e Cina”,  riprende una frase tratta dal pensiero di Adam Smith:” La difesa è molto più importante della ricchezza”. Avrà ancora valore questo principio in un momento in cui occorrerebbe una task force per la risoluzione di questa pandemia che ormai procrastina sempre di più i tempi di soluzione non badando al fattore della temperatura che doveva ostacolarne lo sviluppo o alle ricadute che, a macchia di leopardo, si stanno riformando in nuce in diversi Stati?

Ancora una volta con il prezzo del petrolio a 20 dollari al barile, la supply chain ferma, il cibo diventa la priorità nella vita quotidiana dell’uomo dell’Olocene.

Nella prima sequenza di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, intitolata L’alba dell’uomo, il monolite crea la base della sopravvivenza legata allo strumento della conoscenza per procurarsi il cibo nella condizione di ominidi cacciatori e raccoglitori  e così oggi ci ritroviamo ad usare la conoscenza per una exit strategy  che ci riporti ad una consapevolezza di una diversa normalità.

* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni



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