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Politica

Scommessa al 5% per l'economia cinese, chi ci punta e chi no

La National Development and Reform Commission di Pechino garantisce che l'economia manterrà il suo slancio di ripresa fino alla fine dell'anno e vara nuove detassazioni per agevolare l'immobiliare. Gli analisti americani e la Banca Mondiale sollevano perplessità, almeno sul breve termine


19/11/2024 17:40

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Howard Marks, co-presidente di Oaktree Capital

Le autorità cinesi continuano a professare fiducia nel raggiungimento del livello di crescita economica programmato per l'anno in corso, il 5%, mentre gli analisti, soprattutto americani, restano dubbiosi sulla possibilità di raggiungere quell'obiettivo.

La scommessa si giocherà in questi ultimi due mesi e Pechino ha fatto sapere, attraverso la National Development and Reform Commission, che l'economia manterrà il suo slancio di ripresa fino alla fine dell'anno, grazie all'entrata in vigore degli strumenti implementati dalle autorità monetarie, soprattutto per aiutare il mercato immobiliare.

La Commissione, che è il principale pianificatore economico del Paese, sta lavorando con altre controparti per raggiungere l'obiettivo di crescita per l'intero anno, ha puntualizzato il portavoce della Ndrc, Li Chao. Diversi indicatori economici hanno mostrato un aumento della fiducia e delle aspettative del mercato tra le entità commerciali a partire da settembre, con un aumento della volontà delle aziende di investire e produrre, ha spiegato Li.

I dati dell'Ufficio nazionale di statistica, riferisce Xinhua, hanno mostrato che, nonostante le sfide interne ed estere, il pil cinese è cresciuto del 4,8% su base annua nei primi tre trimestri del 2024. Inoltre segnali positivi stanno arriuvando anche dal mercato immobiliare, dove in ottobre si è registrato un rallentamento del calo dei prezzi, un rafforzamento delle vendite e un miglioramento del sentiment di mercato.

Tra l'altro Pechino eliminerà la distinzione tra abitazioni ordinarie e non ordinarie nel tentativo di ridurre gli oneri fiscali durante le transazioni di case di grandi dimensioni.

Le proprietà non ordinarie che sono state possedute per due anni o più, riferisce Xinhua, saranno esentate da un'imposta sul valore aggiunto del 5% durante le transazioni, il che significa che godranno della stessa esenzione fiscale delle case ordinarie. L'eliminazione della distinzione entrerà in vigore il 1* dicembre.

A Pechino, le case non ordinarie sono definite come proprietà con aree edificabili superiori a 144 metri quadrati o con prezzi di transazione superiori a determinati livelli a seconda della loro ubicazione. E Shanghai ha deciso di eliminare la distinzione tra abitazioni ordinarie e non ordinarie, sottoponendo queste ultime a una riduzione dell'Iva e delle imposte sul reddito personale.

Guardando al 2025, Li ha affermato che l'economia cinese manterrà vaste condizioni favorevoli e fattori di supporto, con un enorme potenziale di mercato ancora da liberare. Ad esempio, il tasso di urbanizzazione generale ha ancora un significativo margine di miglioramento, fattore che spingerà la domanda dei consumatori. I nuovi modelli di business legati ai settori verde e digitale, così come i servizi di assistenza agli anziani e ai bambini, continueranno a generare una forte domanda, ha proseguito Li.

Grazie a uno spazio politico adeguato, la Cina ha costantemente potenziato il suo strumentario di politiche, tra cui la regolamentazione mirata e gli aggiustamenti anticiclici, e ha migliorato la coerenza delle sue politiche macroeconomiche. Questi sforzi sosterranno efficacemente lo sviluppo costante e sano dell'economia, ha concluso il portavoce.

Pare scettico, invece, l'investitore miliardario Howard Marks che ha avvertito che l'obiettivo di crescita della Cina rappresenta una sfida monumentale, pur essendo fiducioso sull'economia cinese in generale. «Sono ancora ottimista sulle possibilità a lungo termine della Cina, a patto che si realizzi bene e che rimanga costruttiva nei confronti del resto del mondo», ha dichiarato alla Cnbc il co-presidente di Oaktree Capital Management.

Marks ha puntualizzato che «anche se il tasso di crescita che si prefigge la Cina sembra modesto rispetto alla sua storia, è comunque molto superiore alla media del resto del mondo e rappresenterà una sfida erculea». «Non si può produrre crescita economica attraverso gli stimoli in modo continuativo. Quindi il loro tasso di crescita sta diminuendo, il loro uso di stimoli sta diminuendo e stanno cercando di progettare la giusta combinazione», ha proseguito Marks.

Bank of America e Citigroup, tra gli altri, hanno previsto che la seconda economia mondiale registrerà un'espansione al di sotto del 5%. Anche la Banca Mondiale ha stimato la crescita della Cina nel 2024 al 4,8% e prevede un ulteriore calo al 4,3% l'anno prossimo, nonostante una recente serie di misure per rilanciare l'economia. La Banca Mondiale ha citato i venti contrari, come il rallentamento della spesa dei consumatori cinesi, il mercato immobiliare in difficoltà e l'invecchiamento della popolazione, come principali preoccupazioni per la seconda economia mondiale. (riproduzione riservata)



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