La Commissione europea ha tenuto il primo dialogo di alto livello sul digitale con la Cina, in preparazione della videoconferenza tra i leader europei e cinesi che si terrà il 14 settembre.
Presieduto dal vicepresidente esecutivo della Commissione per "Un'Europa adatta all'era digitale", Margrethe Vestager, e dal vice premier cinese Liu He, la sessione online ha affrontato questioni chiave come la definizione degli standard per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, l'intelligenza artificiale, la sicurezza dei prodotti degli articoli venduti online, la fiscalita' digitale e la ricerca e l'innovazione.
Hanno partecipato alle discussioni anche i commissari per l'Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l'Istruzione e la Gioventu', Mariya Gabriel, per il Mercato Interno Thierry Breton e per la Giustizia Didier Reynders, insieme ai vice ministri Wang Zhijun, Wang Lingjun, Huang Wei e Liao.
Vestager ha dichiarato che "questo primo dialogo sul digitale di alto livello si e' tenuto oggi in un'atmosfera costruttiva. Mostra il ruolo centrale che la digitalizzazione gioca nelle nostre economie e societa', qualcosa che abbiamo visto anche durante la pandemia di coronavirus. L'Ue e la Cina svolgeranno entrambe un ruolo nel definire come andranno avanti gli sviluppi tecnologici globali. Il dialogo e' quindi necessario per promuovere la cooperazione, ma anche per affrontare le divergenze che ci sono, per esempio in materia di reciprocita', protezione dei dati e diritti fondamentali".
Non è chiaro se, come annunciato ieri dalla stampa cinese, il vicepremier Liu He abbia messo al centro del dialogo la "Initiative on Global Data Security", lanciata due giorni fa dal ministro degli Esteri Wang Yi in competizione con il progetto "Clean Network" proposto dagli Stati uniti.
Il dialogo di oggi resta comunque un chiaro segnale d'interesse di Pechino nel creare canali privilegiati con l'Unione europea prima delle elezioni presidenziali americane, in seguito alle quali potrebbero esserci cambiamenti degli scenari internazionali.
L'iniziativa proposta da Wang Yi consta di una serie di regole da condividere a livello globale. "Di fronte al deficit della governance digitale globale, i paesi hanno urgente bisogno di rafforzare la comunicazione, costruire la fiducia reciproca, di uno stretto coordinamento e di approfondire la cooperazione", ha spiegato Wang.
Le regole proposte da Wang, in particolare, sono otto, secondo un testo ufficiale del ministro che è stato pubblicato anche sul sito del Ministero degli Esteri di Pechino:
1. "Trattare la sicurezza dei dati in modo obiettivo e razionale mantenendo la sicurezza e la stabilità della catena di approvvigionamento globale".
2) "Opporsi all'uso della tecnologia dell'informazione per danneggiare le infrastrutture critiche di altri paesi o rubare dati sensibili".
3) "Adottare misure per prevenire e fermare la violazione delle informazioni personali e l'abuso della tecnologia dell'informazione per condurre una sorveglianza su larga scala di altri paesi o raccogliere illegalmente informazioni personali di cittadini di altri paesi".
4) "Richiedere alle aziende di rispettare le leggi locali e non obbligare le società nazionali a memorizzare i dati generati e ottenuti all'estero nel proprio paese".
5) "Rispettare la sovranità, la giurisdizione e i diritti di gestione dei dati di altri paesi e non accedere direttamente ai dati situati in altri paesi da società o individui".
6) "La necessità del recupero transfrontaliero dei dati da parte delle forze dell'ordine dovrebbe essere risolta attraverso l'assistenza giudiziaria e altri canali".
7) "I fornitori di prodotti e servizi di tecnologia dell'informazione non dovrebbero creare backdoor nei loro prodotti e servizi per ottenere illegalmente i dati degli utenti".
8) "Le società di tecnologia dell'informazione non devono utilizzare la dipendenza degli utenti dai prodotti per cercare vantaggi impropri". (riproduzione riservata)