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Politica

Sorpresa, nei primi due mesi boom dell'export italiano in Cina

È aumentato del 63% a 4,5 miliardi, la variazione più elevata tra i paesi europei, secondo i dati delle Dogane cinesi, poco sotto la crescita dell'export Usa (+66%). In compenso c'è stato anche un boom delle importazioni dalla Cina +76% per gli Usa, contro il 52% per l' Unione europea, Mediamente le esportazioni del Dragone in gennaio e febbraio sono cresciute del 60%


11/03/2021 13:33

di Class Editori - Xinhua/Ceis

settimanale

Nei primi due mesi di quest'anno, l'economia cinese ha registratro un forte incremento degli scambi con l’estero frutto dell'apertura del paese verso i mercati esteri che punta su una rapida ripresa dell'economica globale.

Secondo i dati del China's General Administration of Customs (GAC), la Cina ha visto il totale delle esportazioni e delle importazioni di beni crescere del 41,2% su base annua, raggiungendo 834,49 miliardi di dollari nel periodo compreso tra gennaio e febbraio.

L’export totale ha registrato un +60.6% su base annua, arrivando a 468,87 miliardi di dollari, secondo i dati raccolti dal GAC, nonostante l’indebolimento dell’economia globale dovuto alla diffusione del Coronavirus. “Allo stesso tempo, un mercato con 1,4 miliardi di persone è sempre attraente per gli investitori globali”, ha rilevato Tong Shipping, professore di economia presso la Dokkyo University in Giappone.

Le importazioni cinesi dall'Italia (4,5 miliardi di dollari rispetto a 2,7 miliardi del primo bimestre 2020) registrano un incremento tendenziale del 63%, mentre le esportazioni della Cina verso l'Italia (6,6 miliardi rispetto a 4,3 miliardi di gennaio-febbraio 2020) segnano un aumento del 53,6%. Il surplus cinese bilaterale si espande cosi' a 1,8 miliardi di dollari contro i 289 milioni di dollari dei primi due mesi del 2020.

L'aumento del 63% delle vendite italiane sul mercato rappresenta la percentuale piu' elevata tra i paesi europei presi in considerazione dalle anticipazioni delle dogane cinesi e la seconda variazione piu' rilevante in assoluto, appena inferiore a quella manifestata dagli Stati Uniti (+66,4%).

Secondo Tong, la crescita a doppia cifra su base annua dell’export dalla Cina verso i suoi maggiori partner commerciali, che secondo i dati, ammonta a +75.1% verso gli Stati Uniti, +51.9% verso l’UE e + 43.2% verso i paesi dell’ASEAN) dimostra la crescente domanda di prodotti cinesi in tutto il mondo. “L’aumento delle esportazioni sarà il motore della rapida ripresa economica del Dragone”, ha concluso Tong.

 “La Cina registra dei risultati migliori, trainati da ingenti guadagni nel settore manufatturiero”, ha scritto in un post Diane Swonk, chief economist presso Grant Thornton, società di revisione ed organizzazione contabile.

“Il Dragone ha ampliato ulteriormente la sua piattaforma di esportazioni in seguito alla pandemia. Ciò in parte è dovuto al ruolo che il paese svolge nella produzione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e al fatto che gli stabilimenti produttivi americani non sono mai stati ritirati dal territorio cinese”, ha aggiunto.

Negli stessi due mesi, le importazioni totali in Cina sono incrementate del 22,2% fino a raggiungere un valore di 365,62 miliardi di dollari.

 Nel 2020, le esportazioni di paesi e regioni quali il Giappone, l’UE e l’America Latina hanno subito un crollo, mentre quelle verso la Cina continuano a mostrare un trend al rialzo stabile: un elemento positivo per questo settore.

“In molte parti del mondo, sia in termini bilaterali che multilaterali, gli scambi commerciali della Cina con i suoi partner sono in aumento e si consolidano anno dopo anno”, ha affermato Cavince Adhere, esperto di relazioni Cina-Africa residente a Nairobi, segnalando anche il sorpasso cinese nei confronti degli Stati Uniti, grazie al quale il Dragone è diventato il principale partner commerciale dell’Unione Europea. Inoltre, la Cina da undici anni è anche il principale partner commerciale del continente africano.

“La dinamicità economica della Cina è un'iniezione di ottimismo per il futuro dell'economia mondiale”, ha concluso Adhere.(riproduzione riservata)


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