Dal 1° dicembre i cittadini titolari di un passaporto ordinario proveniente da Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Malesia possono fare ingresso in Cina senza dover richiedere il visto. La misura, introdotta in via sperimentale fino al 30 novembre 2024, riguarda chi si reca in Cina per motivi di affari, motivi familiari e turismo a condizione che la permanenza non superi più di 15 giorni. Si tratta di una politica per nulla scontata: potendo contare su un vastissimo mercato interno, negli ultimi anni infatti Pechino non aveva mostrato grande interesse per il turismo straniero.
A parte alcune esenzioni per i transiti, il governo cinese era parso quasi voler disincentivare gli ingressi, aumentando il costo dei visti turistici per i viaggiatori Ue e richiedendo il rilascio delle impronte digitali. Poi è arrivato il Covid. Tra le spiegazioni possibili della nuova politica -a un anno dall’interruzione delle ferree restrizioni sanitarie- spicca l’intenzione di presentare la Cina come un paese amichevole e aperto al mondo. Dopo tre anni di chiusura quasi ermetica dei confini, Pechino sembra essersi pentito della prolungata introversione. Nella prima metà dell’anno, nonostante la rimozione delle barriere anti-Covid, gli arrivi dall’estero sono crollati del 70% rispetto al 2019.
A fare la differenza tra oggi e il periodo pre-pandemico sono i numeri dell’economia: nel terzo trimestre la crescita su base annua è scesa al 4,9%, mentre gli investimenti stranieri nel periodo luglio-settembre sono finiti in rosso per la prima volta dal 1998. È indicativo che la recente sospensione dei visti valga anche per i viaggi business; soprattutto data la contestuale agevolazione sull’utilizzo delle carte di credito straniere. Questione annosa oggi ancora più rilevante considerando l’estinzione quasi totale del contante in Cina.
Se poi si prendono in considerazione i paesi premiati dai nuovi provvedimenti, la mossa cinese assume connotazioni non solo economiche ma anche geostrategiche. Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna sono tra gli Stati europei ad avere maggior peso sia per pil che per influenza politica nel mercato unico. Ruolo che - agli occhi cinesi - l’Italia cinque anni fa ha dimostrato di svolgere diventando il primo paese del G7 ad aderire alla Nuova Via della Seta e che sembra tornerà presto a ricoprire (in senso contrario) abbandonando il progetto. La scelta di Germania e Francia è persino più evidente. Da tempo il governo cinese persegue uno smaccato corteggiamento nei confronti di Berlino e sempre di più anche di Parigi, che dopo le dimissioni di Angela Merkel ha cercato di imporsi come interlocutore privilegiato tra la Repubblica Popolare e il Vecchio Continente.
Conoscendo la cura dei cinesi per i dettagli, verrebbe spontaneo associare l’improvvisa accoglienza della leadership comunista all’atteso vertice Cina-Ue. Il 7 dicembre la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel arriveranno in Cina. Sul tavolo ci sono questioni spinose, dall’amicizia senza limiti tra Pechino e Mosca alla necessità di raddrizzare una bilancia commerciale ancora troppo inclinata a favore della Cina.
In Europa alla vigilia del summit le aspettative restano contenute. Secondo i bene informati, priorità assoluta sarà ottenere una maggiore apertura del mercato cinese per i prodotti europei. Per Pechino invece è di vitale importanza evitare che il cosiddetto de-risking Ue debordi in un’altra guerra commerciale. Il neologismo coniato da von der Leyen a maggio implica una diversificazione delle forniture critiche per rendere l’Europa più autonoma (specie dalla Cina). Ma all’interno del blocco non tutti i 27 membri si sono dimostrati ugualmente ricettivi. Basta pensare al malumore suscitato dall’indagine Ue sui veicoli elettrici cinesi in Germania, che - con Volkswagen, Daimler, Bmw e Basf - conta per circa un terzo degli investimenti diretti totali dell’Europa in Cina. Chissà che nei prossimi giorni l’esca dei visti non giochi in qualche modo a favore di Pechino. (riproduzione riservata)