Si è chiuso ufficialmente sabato il ventesimo congresso del Partito Comunista Cinese. Sia nella matrice ideologica che a livello organizzativo a fronte di alcune conferme sono stati rinforzati principi nuovi ed è stata mutata la composizione della catena del comando.
Nel discorso pronunciato all’apertura del Congresso il 16 ottobre Xi Jinping ha affrontato in diciassette punti quanto è stato fatto in Cina negli ultimi cinque anni e le sfide che attendono il Paese nel prossimo futuro con tappe intermedie scandite a date precise sino ad arrivare alla celebrazione nel 2049 dei cento anni di fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
Nella sua relazione le sfide sono molte nell’ambito interno e nel panorama internazionale. Alcune di esse sono state inserite direttamente dopo il dibattito congressuale nella costituzione cinese come corpus giuridico che attinge dalla visione idealistico-politica a beneficio del Paese.
Quello che è emerso dopo circa due ore di prolusione è stata la rappresentazione di un nuovo corso che dovrebbe portare ad uno ”Stato socialista con caratteristiche cinesi” a partire dal 2025 dopo aver completato la modernizzazione del Paese e aver eliminato le diseguaglianze sociali.
È pur vero che questa affermazione la si era già trovata in precedenza ma oggi ne viene dettato il percorso pratico con date certe e con il supporto della dottrina marxista quale fondamento della nuova impostazione politica.
La condivisione di questo modello da parte dell’Occidente è stata tiepida se non fredda ma un aspetto va sottolineato: la costruzione o meglio l’edificazione del Paese socialista con caratteristiche cinesi nasce da fatti del passato che diventano fondamento di Costituzione per lo stato del futuro.
Nel merito della visione politica appare inequivocabile che le sfide sono lo strumento per il raggiungimento dell’obiettivo finale e le sfide riguardano soprattutto l’organizzazione del Partito quale centro di coagulo e di orientamento direzionale dello Stato attraverso uno sviluppo di qualità disseminata tra il popolo verso il quale dovrà essere accentuata l’educazione e la sicurezza sociale, presupposti irrinunciabili per il raggiungimento della "Common Prosperity" per tutti: questo è uno dei principi inseriti nella Costituzione cinese.
L’action plan per il raggiungimento della Common Prosperity si fonda sulla formazione di talenti “domestici” da preparare per lo sviluppo e questa preparazione tecnico scientifica dovrà avvenire attraverso un’alta qualità dell’educazione introducendo nell’ambito del China Innovation System un metodo di KPI (key performance indicators) per creare una ”rivalità tecnologica” tra i talenti.
Il paradigma si focalizza quindi su educazione, scienza e tecnologia come priorità verso l’innovazione e come driver della modernizzazione cinese non disgiunta dalla modernizzazione socialista.
Questo sforzo sarà possibile a condizione che il partito assuma la connotazione di una “strada per lo sviluppo” e ancora una volta il sottostante sarà l’integrazione tra cultura socialista e cultura cinese con la produzione di valori socialisti.
Emerge quindi il rafforzamento del Partito-Stato a conduzione di un modello che trova i fondamentali nella dottrina marxista menzionata a proposito dell’avanzamento della democrazia di primo livello con l’alleanza tra operai e contadini.
È stato inoltre ripreso il concetto della “Dual circulation” espresso dallo stesso Presidente nell’agosto del 2020 quando in un convegno nella città di Hefei aveva affermato che lo Yangtze River Delta “deve utilizzare completamente i propri vantaggi in termini di talenti, tecnologia, capacità produttiva e catene del valore per esprimere un nuovo modello di sviluppo”.
Questo è il secondo principio inserito nella revisione costituzionale che permette di comprendere la dialettica interna che d’altro canto conferma la partecipazione nelle relazioni globali dal momento che la Cina collabora con 140 Paesi. È stata ribadita al riguardo l’apertura verso l’esterno attraverso i propri confini in quanto “la Cina non può svilupparsi in uno stato di isolamento dal mondo”.
Dal punto di vista economico ha anche assicurato che il mercato “gioca un ruolo decisivo nella allocazione delle risorse” e lo sviluppo del settore privato sarà parte di un importante pilastro del sistema economico cinese con il settore pubblico che ne è il corpo principale: a corollario vi è il potenziamento delle funzioni del capital market. La garanzia del diritto di proprietà e la tutela degli interessi legittimi rimangono fermi principi basati sul consolidamento della “rule of law” al fine di sviluppare il modello socialista.
Sul fronte esterno ha enfatizzato l’ammodernamento, quale presidente della Commissione Centrale Militare dell’esercito, PLA (People Liberation Army), l’implementazione della strategia militare con riforma della difesa nazionale, anche in questo caso traguardata al 2027, attraverso il miglioramento delle risorse umane con l’utilizzo di training sulle nuove armi tecnologiche tenendo ben presente il principio di “One country, two Systems” ed eventuali interferenze esterne.
Il messaggio finale è di un “nuovo viaggio” verso una nuova era sicuramente autoreferenziale a condizione che all’orizzonte non compaiano rischi finanziari e vi sia la garanzia di cibo ed energia ed una supply chain efficiente oltre all’incognita della zero Covid policy. (riproduzione riservata)
*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da oltre 25 anni