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Politica

Trump minaccia una tariffa aggiuntiva del 50% sull'import cinese

Mentre anche le borse asiatiche scendono vistosamente con forti perdite dei titoli auto e tech - a Hong Kong Alibaba ha perso in una seduta il 22% - il presidente americano minaccia l'escalation dopo la decisione della Cina di porre una tariffa del 34% sull'import dagli Stai Uniti


07/04/2025 17:40

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Donald Trump

Diventa ancora più incandescente lo scontro tra Usa e Cina sui dazi, con nuove minacce rivolte dal presidente americano alla Repubblica popolare, che sembra diventare il bersaglio principale dell'amministrazione Usa.

«La Cina ha emesso dazi di ritorsione del 34%, in aggiunta alle tariffe già record, tariffe non monetarie, sovvenzioni illegali alle aziende e massiccia manipolazione valutaria a lungo termine, nonostante il mio avvertimento che qualsiasi Paese che si vendichi contro gli Stati Uniti emettendo tariffe aggiuntive, oltre al loro abuso tariffario a lungo termine già esistente nei confronti della nostra nazione, verrà immediatamente colpito da tariffe nuove e sostanzialmente più elevate, oltre a quelle inizialmente stabilite», », ha minacciato il presidente americano Trump in un post su Truth, aggiungendo che «se la Cina non ritira l'aumento del 34% rispetto ai suoi abusi commerciali già a lungo termine entro domani, 8 aprile 2025, gli Stati Uniti imporranno tariffe aggiuntive alla Cina del 50%, a partire dal 9 aprile».

In questo caso, dazi statunitensi sui prodotti importati dalla Cina raggiungerebbero complessivamente il 104%, come ha confermato un funzionario della Casa Bianca ala televisione americana Cnbc.

Non solo, Trump ha deciso anche che «tutti i colloqui con la Cina riguardanti gli incontri richiesti con noi saranno terminati,  mentre le negoziazioni con altri paesi, che hanno richiesto incontri, inizieranno immediatamente». 

Intanto tutti i listini asiatici hanno vissuto un'altra giornata drammatica, con perdite diffuse  dalla Cina alla Coeraal Giappone.  L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo è arrivato a perdere il 9% intraday con un tonfo del 9% a 30.629,5 punti, toccando i minimi dal novembre 2023. A fine seduta, l'indice segna -7,68%, mentre il Topix ha chiuso in ribasso del 7,72% a 2.290,48 punti.

Nell'azionario giapponese, il colosso automobilistico Toyota ha archiviato le contrattazioni in calo del 5,8% dopo che l'amministrazione Trump la scorsa settimana ha imposto tariffe del 25% sulle importazioni di automobili verso gli Usa. Tra gli altri colossi giapponesi, Sony Corp ha registrato un calo vicino al 10%, Renesas Electronics ha ceduto il 16,85%, il gruppo SoftBank è andato giù del 12,09% e Advantest Corp ha perso il 10,79% a fine seduta. Nintendo, che assembla le sue console Switch principalmente in Cina e Vietnam, ha perso oggi il 7,85%. Tra le grandi banche nipponiche, Mizuho ha lasciato sul terreno il 10,74%.

Profondo rosso anche per l'Hang Seng di Hong Kong, che è sceso sotto la soglia dei 20.000 punti chiudendo la seduta in calo del 13,7% a 19.711 punti. A trascinare l'indice sono perlopiù i colossi tech quotati a Hong Kong, con Alibaba che ha registrato un crollo superiore al 22% e Meituan che è andata giù di quasi il 15%. In rosso anche le banche Hsbc e Standard Chartered, con ribassi rispettivamente del 17% e del 20,5%.

L'indice Composite di Shanghai ha lasciato sul terreno il 7,34%, e sono sui minimi di sei mesi. L'indice Kospi della Corea del Sud è crollato del 5,57% a 2.328,2 punti scendendo sui minimi dall'agosto 2024, mentre il Klci di Kuala Lumpur ha perso il 4,26% toccando i 1.440,03 punti. Il Ftse Singapore arretra di oltre il 7%. In India, il Sensex cede quasi il 4%, mentre il Nifty 50 va giù del 4%. 

Un ulteriore segnale di tensione tra i due paesi arriva dalla joint venture tra Microsoft e Wicresoft che in Cina cesserà le operazioni a partire dall'8 aprile, secondo l'agenzia di stampa cinese Caijing.

La decisione comporterà il licenziamento di 2.000 dipendenti, in gran parte impiegati dal team dedicato al supporto post-vendita di Microsoft. Wicresoft, fondata nel 2002, è stata la prima joint venture di Microsoft in Cina e impiega oltre 10.000 persone in tutto il mondo.(riproduzione riservata)


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