L'Unione europea vuole fare pressione sulla Cina affinché chiarisca la sua posizione sulla recente invasione russa dell'Ucraina in occasione del summit virtuale tra Bruxelles e Pechino di venerdì
Pechino, pur fautore di una mediazione, ha anche sostenuto le lamentele di Mosca sull'espansione della Nato e i funzionari statunitensi hanno affermato che la Russia ha chiesto a Pechino supporto militare ed economico, cosa che il Cremlino e Pechino hanno entrambi negato.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, parleranno il prossimo primo aprile con il primo ministro cinese, Li Keqiang, e poi con il presidente cinese, Xi Jinping.
L'obiettivo del vertice è "garantire, in un certo senso, la neutralità della Cina in modo che non aiuti la Russia", ha detto ieri alla Cnbc un funzionario comunitario, aggiungendo che i legami economici tra l'Ue e la Cina e le recenti controversie commerciali potrebbero essere sollevati durante le conversazioni. Il focus resterà però la Cina.
Un secondo funzionario dell'Ue ha descritto il vertice come un "momento determinante" per le relazioni bilaterali. Per un terzo funzionario di Bruxelles il messaggio che emergerà sarà "che ci saranno conseguenze se la Cina eluderà le sanzioni occidentali".
Per il presidente del Consiglio, Mario Draghi, la Cina "è il Paese più importante, può essere cruciale nel processo di pace" . Secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "è importate mostrare collettivamente al presidente russo Vladimir Putin che una soluzione diplomatica è l'opzione migliore".
Negli ultimi anni le relazioni dell'Ue con la Cina sono state difficili. Bruxelles e Pechino hanno firmato un accordo di investimento alla fine del 2020, poco prima che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, arrivasse alla Casa Bianca. Tuttavia, l'Ue solo un paio di mesi dopo, ha deciso di congelare l'accordo adducendo preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani in Cina. Piu' recentemente, la Commissione europea ha aperto un caso contro la Cina presso l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) sostenendo pratiche commerciali discriminatorie nei confronti della Lituania.