Dal prossimo 11 ottobre la Ue alza lo scudo sulle acquisizioni estere. Da domenica sarà operativo il nuovo regolamento che prevede, tra le altre cose, che quando uno Stato membro si trova a valutare un investimento estero è obbligato a notificarlo a tutti gli altri Paesi. Uno strumento per tutelare gli interessi strategici della Ue mantenendo allo stesso tempo il mercato comunitario aperto agli investimenti, ripetono da Bruxelles.
"La Ue resterà aperta agli investimenti esteri", ha garantito il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. "Per rispondere alla odierne sfide economiche e salvaguardare gli asset, gli Stati membri e al Commissione devono lavorare a stretto contatto". Il regolamento, adottato a marzo del 2019, non vuole colpire alcun Paese in particolare.
Negli ultimi anni in alcune capitali è cresciuta, tuttavia, l'esigenza di maggiore attenzione verso gli investimenti in arrivo dalla Cina, in particolare per il ruolo delle grandi aziende di Stato nella campagna di espansione della seconda economia al mondo. Il meccanismo prevede che anche gli Stati e la Commissione sviluppino procedure che consentano a Stati e Commissione di reagire rapidamente alle preoccupazioni sollevate su possibili impatti negativi per il mercato unico di operazioni straniere in uno o più Paesi Ue.
La Ue ha indicato una serie di settori che potrebbero essere interessati: infrastrutture strategiche, tecnologie critiche, filiere come quella delle materie prime, stampa e informazione. La decisione di istituire e mantenere meccanismi di controllo nazionali resterà nella competenza dei singoli Stati membri. Alla Commissione sarà consentito formulare pareri in casi riguardanti vari Stati membri, o quando un investimento potrebbe incidere su un progetto o programma di interesse per tutta l'Unione, come Orizzonte 2020 o Galileo. (riproduzione riservata)