La geopolitica non deve interferire nei rapporti commerciali tra Italia e Cina. Al di là dei riferimenti di rito alla Via della Seta, è questo il cuore della posizione che il consigliere di Stato cinese Wang Yi ribadirà oggi a Roma durante la cena con il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Pechino è conscia della collocazione geopolitica dell'Italia sul fronte atlantico e del fatto che il clima nei confronti della Repubblica Popolare non è più quello di cinque anni fa, quando l'esecutivo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte firmò il memorandum d'intesa per la partecipazione dell'Italia alla Belt and Road Initiative, il mastodontico progetto di connessione euroasiatica lanciato dal 2013 ad Astana dal presidente Xi Jinping.
Wang con ogni probabilità vuole anche sondare se l'esecutivo italiano ha intenzione di tirarsi indietro dal memorandum. Roma ha tempo fino a dicembre per decidere e non far scattare la proroga automatica del protocollo prevista per il prossimo anno. Ma lo stesso Tajani ha ribadito che al momento è prematuro affrontare il tema. Di certo l'Italia ritiene la Cina un attore chiave per trovare una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina.
La visita servirà inoltre a preparare il terreno per l'eventuale viaggio di Giorgia Meloni a Pechino, dove è stata invitata da Xi lo scorso novembre in occasione del bilaterale durante il vertice G20 di Bali, in Indonesia.
Una delle possibili occasioni, spiega a MF-Milano Finanza un fonte vicina al dossier, potrebbe essere il Bo'ao Forum, la cosiddetta Davos d'Oriente sull'isola di Hainan, previsto per la primavera. Si tratta del primo viaggio all'estero di Wang da quando non è più ministro degli Esteri e ha assunto l'incarico di superiore prestigio nell'ambito della diplomazia cinese, essendo uomo di fiducia di Xi. Altre tappe sono la Francia e l'Ungheria. (riproduzione riservata)