Una nuova minisvalutazione dello yuan rispetto al dollaro che prosegue la tendenza in atto dall'inizio di quest'anno è stata attuata dalla Banca centrale cinese. La people Bank of China, Pboc, ha svalutato lo yuan dello 0,15% nei confronti della valuta americana, fissando il cambio tra il biglietto verde e la valuta di Pechino a 6,7307 rispetto a quota 6,7205 di ieri.

Allo stesso tempo, Liu Guoqiang, vice governatore dell'Istituto centrale, ha riferito che l'atteggiamento della Banca centrale cinese rimarrà invariato e la PBoC non intende inasprire la politica monetaria.

La Banca punta a mantenere la liquidità su "un livello ragionevole e ampio", ha sostenuto Liu, aggiungendo di voler evitare fasi di carenza o di eccesso di liquidita' sul mercato.

Secondo il vice governatore gli strumenti migliori per misurare il livello di liquidita' sono i tassi interbancari, come i pronti contro termine con scadenza a sette giorni, o DR007.

Strumenti politici come il reverse repo o i prestiti a medio termine servono solo per "un aggiustamento della liquidita' nel breve termine" e non rappresentano un cambiamento rilevante nella direzione della politica monetaria, ha proseguito Liu.

Molti analisti hanno interpretato l'atteggiamento assunto dal Politburo nell'ultima riunione, in cui non è stato menzionato alcun cambiamento nell'orientamento delle politiche, come un segnale del fatto che l'Autorita' monetaria si fosse spostata su posizioni piu' neutrali rispetto al primo trimestre.

Sun Guofeng, direttore del dipartimento di politica monetaria della PBoC, si è limitato ad affermare che l'uso delle linee di prestito a medio termine mirate fa parte del programma di regolamentazione della liquidità.

D'altra parte è ben noto che il governo è impegnato in forti politiche di sostegno all'economia e in particolare alle pmi attraverso vigorosi input al sistema bancario per evitare strette al credito e al contempo ha varato piani di ristrutturazione dei grandi gruppi di proprietà pubblica, molto esposti nei confronti del sistema.