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Allarme Cina, la Fiavet sconsiglia tutti i viaggi fai da te

Sono 200mila gli italiani ogni anno in Cina. "Siamo in stretto contatto con le autorità cinesi e gli operatori turistici cinesi. No al fai da te, spesso non si pensa a stipulare una polizza sanitaria”. Le indicazioni della presidente Jelenic


27/01/2020 12:12

di Mauro Romano - Class Editori

Cina e coronavirus
Ivana Jelenic, presidente Fiavet

“Ogni anno ben 200.000 italiani si recano in Cina per turismo. In queste ore sono in costante contatto con le autorità del posto. In questo momento la situazione è monitorata, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto tutta l’area interessata dal virus sotto osservazione”. Lo ha affermato Ivana Jelinic, Presidente Nazionale della Fiavet, la Federazione Italiana delle Agenzie di Viaggio e delle Imprese del Turismo a proposito dell'allarme sul virus cinese. 

Ecco cosa fare se si è in Cina in questo momento o si sta pensando comunque di andare:

“Essendo quella in atto una situazione mutevole non è possibile fare una previsione di ciò che potrebbe accadere o evolversi nelle prossime ore. Dunque in Cina bisogna evitare luoghi di assemblamento, bisogna dotarsi sempre di mascherina anche a causa dello smog in alcune città, consumare cibi rigorosamente ben cotti – ha proseguito la Jelinic -  mettersi in viaggio solo se si è in perfetta condizione di salute, non bere acqua dalle fontane ma solo da bottigliette ben sigillate, usare i disinfettanti per le mani, portare dietro sempre le medicine di uso comune, sia gli italiani che sono già in Cina che coloro i quali hanno in programma di partire sarebbe opportuno che si mettessero in contatto con i propri agenti di viaggio e fare esclusivamente con loro una valutazione immediata della situazione. Gli italiani che sono in Cina in aree magari definite a rischio devono seguire tutte le indicazioni che arrivano dal Governo cinese. Gli italiani che in questo momento si trovano in aree dove almeno per il momento non è presente il virus è opportuno che non si stacchino dai gruppi, che si facciano seguire sempre dagli operatori turistici cinesi che sono sul posto e qualora volessero andare in escursione da soli diano al capo – gruppo tutti i riferimenti necessari portando dietro i contatti della struttura dove stanno alloggiando. I turisti italiani che sono già in Cina devono mantenere un contatto costante con gli operatori turistici che li stanno seguendo”.

“Il fai da te, dunque prenotazioni dirette, espone a molti rischi in particolare per la Cina dove l’inglese non è diffuso. Il fai da te è rischioso poi soprattutto in condizioni di emergenza. Se si è soli – ha continuato Jelinic - ci si può imbattere in problemi di carattere oggettivo come il voler spostare un volo per partenze anticipate e nella maggior parte dei casi chi segue il fai da te non pensa ad esempio a stipulare una polizza sanitaria che invece è già prevista nei viaggi organizzati con operatori turistici. Ricordiamo che per andare in Cina è necessario il visto ma nonostante il visto abbiamo anche una minima percentuale di turisti che predilige il fai da te. In Cina la sanità è quasi tutta a pagamento e dunque l’assenza di polizza sanitaria può rappresentare un problema. Il ruolo delle Agenzie di Viaggio è importante anche in queste situazioni perché si hanno maggiori garanzie che vanno dalle coperture assicurative alle informazioni in tempo reale su tutto”. (riproduzione riservata) 


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