Il primo di ottobre, giornata celebrativa per eccellenza della nascita nel 1949 della Repubblica Popolare cinese, è stata un’intensa rappresentazione, iniziata al mattino alle nove e conclusasi in serata alla stessa ora, nel teatro di Piazza Tienanmen dove è andata in scena, in diretta tv, una grandiosa sfilata con la presenza attiva di 10.000 persone e la partecipazione di oltre 100mila.
Nel breve massaggio iniziale il Presidente Xi Jinping ha ringraziato chi nel passato ha contribuito a far grande il Paese ma, nello stesso tempo, ha privilegiato l’aspetto sul futuro e sulla Nazione, che dovrà essere giovane e rivitalizzata dai giovani. Ha evidenziato il ruolo del Partito Comunista e l’augurio è stato quello di raggiungere gli obiettivi di avere «una società inclusiva ed allargata al benessere nel 2021», anniversario dei cento anni della fondazione a Shanghai del Partito Comunista.
Ha anche ribadito il ruolo della Cina nel sistema geopolitico mondiale affermando che «non vi sono forze che possono minare la stabilità della Nazione» e che dai secoli dell’obbedienza alle potenze straniere, si è giunti a un popolo che «può stare eretto sui propri piedi».
Nella serata, dopo i diversi spettacoli musicali con coreografie innovative, i figuranti con i loro corpi, come era avvenuto all’apertura dei Giochi Olimpici del 2008, hanno composto una frase densa di significato: New Times. Da oggi parte una Nuova Era.
Settant’anni fa Mao Zedong era entrato in Piazza Tienanmen dalla Porta della Pace Celeste giungendo dal suo quartier generale, logisticamente stabilito nel Palazzo d’estate. Oggi il Presidente si è affacciato dalla balaustra posta sopra l’ingresso principale della Città Proibita: sotto di lui l’effige di Mao che corrispettivamente si raffrontava con quella posta nella posizione centrale della piazza, di Sun Yat-sen, il padre fondatore della prima repubblica cinese il primo gennaio 1912, dopo la fine dell’Impero della dinastia Ming con l’abdicazione di Pu Yi (l’ultimo Imperatore, celebrato nel film di Bernardo Bertolucci).
Dalle panoramiche iniziali, effettuate con i droni, si poteva comprendere la simbologia e l’iconografia della storia cinese. Dopo il discorso, preceduto dallo sparo a salve di 28, il numero degli eventi più significativi della storia della Repubblica, cariche dall’involucro dorato con la scritta in rosso 70, vi è stata la rassegna con il present-arm delle forze dell’aviazione, della marina e dell’esercito, la People Liberation Army, con un piccolo corteo di tre auto: la prima presidenziale, la seconda senza nessuna persona ma con una targa di riferimento 1949 e la terza con la targa 2019.
Un altro elemento iconografico è stato l'incontro, la sera precedente la manifestazione, del Presidente con la squadra di pallavolo femminile, appena rientrata e sempre vittoriosa su 11 incontri, numero che in cinese è rappresentato da 1 e 10, gli stessi che indicano il 1 ottobre.
Nell’arco delle due ore successive è stato un susseguirsi di carri che potremmo definire allegorici nel senso simbolico del termine. All’inizio della diretta una colata di acciao confluiva in una grande stella: la stella della bandiera, il cui soggetto è stato ripreso in molti carri insieme a quello dei bassorilievi che raggruppavano, durante i tempi della Rivoluzione, i gruppi sociali che hanno contribuito alla costruzione della Cina moderna. Il carro dei contadini da cui si stagliavano grandi spighe di riso era solo uno degli esempi. Anche nella serata i figuranti con una tecnicalità straordinaria hanno rappresentato questi bassorilievi.
La parata è stata anche un concentrato di temi che hanno voluto rappresentare quanto è successo soprattutto negli ultimi trent’anni: la riunificazione di Hong Kong e Macao, il terremoto del Sichuan, le Olimpiadi, l’Expo, i traguardi tecnologici e scientifici, le diverse province con le loro specificità, le classi sociali compresi i riders, tanto discussi ma che oggi permettono milioni di posti di lavoro e un melting pot di stranieri sul carro della Belt&Road Initiative (Bri), messaggio per le future strategie.
Infine due momenti poetici, di cui, soprattutto uno emozionante: gruppi di giovani, abbigliati nello stile degli anni sessanta volteggiavano con le loro biciclette dell’epoca, abitudine e necessità (l'andare in bicicletta) oggi scomparsa, ma ancora assai viva negli anni novanta, quando all’uscita delle fabbriche o in ogni strada, dal villaggio a quelle di città, il flusso continuo colpiva il visitatore.
Il secondo momento poetico del finale è stato l'avanzare di un carro con un enorme bouquet di fiori per rappresentare la longevità del Paese dopo i ritratti dei diversi Presidenti a partire da Deng Xiaoping. In definitiva i dettagli della grandiosa celebrazione sono stati importanti per capire meglio il passato ma soprattutto quanto ci aspetterà per il prossimo futuro per chi vorrà cooperare o vivere in questo Paese.
* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni.