Oltre la metà delle imprese straniere a Shanghai sta riscontrando problemi nel far rientrare i propri dipendenti dall'estero, a causa delle restrizioni imposte per contenere l'emergenza Covid. Il dato emerge dall'ultimo sondaggio della Camera di commercio europea in Cina. Alla rilevazione hanno partecipato 143 aziende, un quarto delle iscritte. A subire i contraccolpi delle restrizioni sono soprattutto le piccole e medie imprese. Circa il 60% delle pmi considera eccessivi i requisiti burocratici per ottenere il visto di ritorno, mentre quasi la metà segnala di aver avuto risposta negativa per l'approvazione per il visto negata oppure rinvii a data da destinarsi.
In termini pratici le difficoltà con il personale costretto fuori dalla Cina si possono quantificare in un 40% di vendite in meno e in un calo del fatturato attorno al 30%. Non sono quindi sufficienti gli incentivi messi a disposizione dell'amministrazione dell'hub finanziario
"Garantire il ritorno degli stranieri a Shanghai è fondamentale per il ritorno alla normalità, soprattutto per le piccole e medie imprese" commenta l'avvocato Carlo Diego D'Andrea, vicepresidente della Camera, "I fatturati in calo, l'assenza di certezze e un clima che diventa sempre meno accogliente stanno iniziando a porre a rischio la sopravvivenza a lungo termine del mercato di Shanghai per gli investitori esteri".
Le restrizioni prevedono alcune corsie preferenziali ad esempio per Singapore, Corea del Sud, Germania. Anche l'Italia, attraverso il lavoro dell'ambasciata a Pechino e della Camera di Commercio ha messo in piedi un'Operazione Rientro con il sostegno della compagnia aerea Neos. Il 31 luglio è atterrato a Tianjin un volo on a bordo 271 tra imprenditori e maestranze di società italiane in Cina. Prima di rimettersi a pieno in attività dovranno trascorre i 14 giorni di quarantena richiesti dalla Repubblica popolare.
Già a inizio luglio un primo charter era atterrato con a bordo 144 passeggeri italiani che avevano necessità di rientrare in Cina, nonostante i collegamenti diretti tra i due paesi siano ufficialmente sospesi e le difficoltà di ottenere i visti di ingresso. Tra le procedure propedeutiche per la partenza del volo charter c'era anche il tampone per Covid-19 obbligatorio per tutti i passeggeri. (riproduzione riservata)