Stamicarbon, la società olandese del gruppo Maire Tecnimont, leader mondiale nella costruzione e manutenzioni di impianti per la produzione di urea, il principale fertilizzante impiegato in agricoltura, é stata selezionata come licensor per un importante progetto di urea in Cina.
La capacità dell'impianto di 3.791 tonnellate al giorno ne fa il più grande impianto mai licenziato da Stamicarbon in Cina. L'impianto che verrà realizzato da un costruttore locale si avvarrà delle tecnologie del gruppo Maire, senza le quali non sarebbero garantite capacità produttiva, qualità delle produzione e costi.
L'impianto per l'urea sarà completato da una doppia linea di produzione di melamina, un composto chimico di plastica, utilizzato per la produzione di oggetti.
«Siamo orgogliosi di essere stati scelti per questo progetto particolarmente concepito per portar valore alla comunità e all'intero territorio», ha commentato Pejman Djavdan, indiano, direttore operativo di Stamicarbon, che ha sede operativa in Olanda.
La gara per l'impianto cinese chiude un anno particolarmente positivo per il gruppo Maire Tecnimont, che si è aggiudicata due commesse in due giorni. Dopo aver annunciato ieri di aver siglato un contratto Epc del valore di 1,3 miliardi di dollari per la realizzazione di un impianto petrolchimico, le controllate del gruppo Tecnimont, KT-Kinetics Technology e Stamicarbon si sono aggiudicate diversi nuovi contratti per licensing, servizi di ingegneria e attività di engineering e procurement nonché di engineering, procurement e construction per un valore complessivo di circa 280 milioni di dollari in America del Nord e America Latina e Africa.
Nei primi nove mesi di quest'anno MT ha registrato ricavi per 2,516,9 miliardi di euro (+22,6%) con un ebitda di 151,5 milioni (+22,0%), quindi una marginalità del 6,0%, e un utile netto pari a 61.4 milioni (+7,2%). Particolarmente brillante è stato il business Green Energy che ha più che quadruplicato il portafoglio ordini a circa €1,2 miliardi, mentre il portafoglio ordini totale è salito a 8 miliardi di euro, escludendo i progetti nella Federazione Russa, bloccati dopo la guerra.
La controllata NextChem ha, tra l'altro, ricevuto un finanziamento di 194 milioni a fondo perduto dall’Europa per la realizzazione di uno dei primi impianti waste-to-hydrogen al mondo. (riproduzione riservata)