La crisi del settore immobiliare cinese, che incide per il 28% del pil ed è la causa principale, assieme ai lockdown diffusi, del rallentamento nella crescita, si sta avvitando e il governo di Pechino ha deciso di dare un nuovo forte segnale di aiuto.
La notizia di oggi è che le mega banche pubbliche, guidate da Industrial & Commercial Bank of China, hanno promesso un sostegno finanziario di almeno 1.280 miliardi di yuan (179 miliardi di dollari) ai gruppi immobiliari per alleviare le turbolenze di un mercato già in forte difficoltà che ha visto negli ultimi mesi la rivolta, sempre più estesa, degli acquirenti, molti dei quali si rifiutano ormai di pagare i mutui.
Inoltre la People's Bank of China, la banca centrale guidata dal governatore Yi Gang, prevede di erogare 100 miliardi di yuan (14 miliardi di dollari) agli asset manager controllati dallo Stato per rilevare progetti immobiliari da gruppi in difficoltà.
ICBC, la più grande banca al mondo per asset, ha specificato che erogherà 655 miliardi di yuan in linee di credito a 12 gruppi immobiliari, tra cui Country Garden Holdings, Bank of China, Bank of Communications, Postal Savings Bank of China, Agricultural Bank of China e China Construction Bank Corp.
Lo scopo delle due mosse è di cercare di contenere le ricadute di un giro di vite, nato per decisioni politiche, che ha già provocato dozzine di insolvenze e fatto precipitare le vendite, i prezzi delle proprietà, e il valore dei titoli delle società immobiliari quotate che mediamente da inizio anno hanno perso un quarto del valore.
La priorità della Cina è sempre stata quella di garantire che le case non finite venissero completate per consegnarle agli acquirenti, sostenendo al tempo stesso i gruppi più grandi che finora sono sopravvissute alla crisi. «Il fulcro della politica è costruire un firewall tra gli immobiliaristi che sono già inadempienti e quelli che non hanno ancora fatto default», spiega Li Kai, fondatore di Beijing Shengao Fund Management Co.
La nutrita serie di finanziamenti bancari non è stata tuttavia estesa a China Evergrande Group, il gruppo più indebitato del Paese che in gran parte ha dato il via all'attuale caos sul settore, e neppure a Sunac China Holdings. In questa mossa, alcuni analisti vedono la volontà di Pechino di colpire i gruppi privati che negli anni, prima delle ultime difficoltà, avevano accumulato enormi ricchezze soprattutto a beneficio dei loro azionisti di controllo. (riproduzione riservata)