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Cdp finanzia lo sviluppo dei servizi elettrici in Myanmar

La spa del Tesoro, in qualità di Istituzione finanziaria per la cooperazione allo sviluppo, sosterrà il Mynamar con 30 milioni di euro. L’iniziativa si inserisce nel progetto “National Electrification Project” (NEP) che ha come obiettivo l’attuazioee di un programma nazionale di espansione dell’elettricità, per dare accesso al servizio elettrico, entro il 2030, a circa i due terzi della popolazione


18/06/2019 12:25

di Mauro Romano - Class Editori

Cdp sostiene il Myanmar
Massimo Tonini e Fabrizio Palermo, presidente ed amministratore delegato Cdp

Cassa Depositi e Prestiti finanzierà  lo sviluppo dei servizi elettrici in Myanmar. Nell'ambito del ruolo nella Cooperazione Internazionale, centrale del Piano Industriale 2019-2021, la spa del Tesoro, ha siglato un accordo con il ministero della Pianificazione e delle Finanze birmano per sostenere con 30 milioni di euro la migliorare l'accessibilità ai servizi elettrici per le popolazioni rurali e per  aumentare le competenze delle istituzioni nel processo di elettrificazione.

L’iniziativa si inserisce nel progetto “National Electrification Project” (NEP) che ha come obiettivo l’attuazioee di un programma nazionale di espansione dell’elettricità, per dare accesso al servizio elettrico, entro il 2030, a circa i due terzi della popolazione dell'ex Birmania.

Sostenendo la realizzazione dell’opera Cassa  intende contribuire al raggiungimento dell’SDGs 7, volto ad assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. L’iniziativa in Myanmar rappresenta, inoltre, un tassello importante per fornire servizi energetici sempre più moderni e sostenibili.

In qualità di Istituzione finanziaria per la cooperazione allo sviluppo (Ifcs), Cdp, spiega una nota "rafforza il proprio impegno a favore della crescita sostenibile a livello globale, promuovendo progetti destinati al miglioramento della qualità della vita nei Paesi in via di sviluppo e impegnandosi per diminuire le disuguaglianze economiche e sociali". 

 il Myanmar è uno dei pochi paesi dell’area, forse il solo rimasto, nella prima fase di sviluppo, con tutte le potenzialità che questo comporta. 

 «È un paese ricco di acqua e gas, due fonti energetiche che fanno gola a tutti, dove ci sono da costruire le infrastrutture di base e le manifatture, partendo dall’automotive,» ha raccontato Paolo Arnello, torinese, ex imprenditore nel settore componentistica elettronica che da quattro anni si è stabilito a Yangoon, dove ha costituito la Camera di Commercio italiana in Myanmar, una dei pochissimi avamposti occidentali.

 Al momento la presenza italiana è limitata a poche grandi imprese, che hanno le spalle finanziarie solide per portare avanti il loro business. La principale è Eni, che sta lavorando su quattro blocchi di ricerca, due off shore e due onshore, mentre Danieli, che sta mettendo in piedi per il governo il progetto di una siderurgia nazionale, un investimento da 800 milioni di euro.

Oltre al gas e al petrolio, i principali settori nei quali quindi le imprese italiane sono già presenti sono gturismo, agricoltura (tra cui produttori di macchinari quali trattori), manifattura (Danieli per acciaio e Italcementi per cemento) e agro-alimentare. L’interesse continua a essere elevato per quanto riguarda energia elettrica e fonti rinnovabili, costruzione e infrastrutture, abbigliamento e servizi finanziari. 

 


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