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Fincantieri rilancia l'offshore, mentre la Cina guarda a Eni

L'amministratore delegato Giuseppe Bono ha annunciato nuovi e innovativi prodotti per rilanciare un settore che stenta, ma che per Equita potrà avere significativi miglioramenti già dal 2020. Uno sbocco può essere rappresentato dai colossi cinesi del'energia. Sia Cnooc sia PetroChina hanno manifestato l'intenzione di intensificare la collaborazione con il Cane a sei Zampe


05/04/2019 14:38

di Mauro Romano - Class Editori

Fincantieri studia l'offshore con Eni
Giuseppe Bono

Fincantieri studiando con Eni  la possibilità di creare prodotti nuovi e innovativi nel settore dell'offshore. "Il settore è in crisi, ma noi pensiamo che ci sia spazio per prodotti che in futuro possano avere riscontro nel mercato di settore", ha spiegato l’amministratore delegato, Giuseppe Bono,  nel corso dell’assemblea per l’approvazione del bilancio 2018,. D'altronde anche per Equita per l'offshore il 2019 sarà ancora un anno di transizione mentre si aspettano significativi miglioramenti nel corso del 2020.

Il numero uno di Fincantieri ha quindi annunciato che al momento il gruppo sta lavorando a navi di non grandi dimensioni senza personale a bordo ed è già "in uno stato avanzato".

"Stiamo costruendo traghetti a propulsione elettrica", ha precisato in merito l'ad, "utilizzabili per brevi percorsi, dove ci sono isole vicine. Stiamo sviluppando le batterie, che vengono sostituite al porto di destinazione. Una commessa è già la Msc Yacht Club", ha fatto presente Bono, rammentando che la società ha pure promosso la sostenibilità e l'attenzione all'ambiente.

Infatti, ha approvato il primo piano di sostenibilità che riguarda gli obiettivi del gruppo e del sistema in cui si colloca. "In questo senso stiamo promuovendo l'impegno per un impatto sostenibile del lavoro, coinvolgendo i dipendenti", ha continuato Bono.

L’offshore è per altro uno dei campi nei quali la Cina, Paese dove Fincantieri sta creando un hub della crocieristica, punta a intensificare la collaborazione con il  gruppo del Cane a sei zampe. "Con Eni  abbiamo contratti a lungo termine e stiamo discutendo altre possibilità di collaborazione sia in Cina sia in mercati terzi, in Asia ed Europa.

Speriamo che le società italiane possano aiutarci a entrare in Europa per raggiungere, con la loro competenza, una collaborazione di reciproco beneficio", aveva spiegato il vicedirettore generale della China National Offshore Oil Corporation,  Lyu Yongfeng, in occasione del Business Forum Italia-Cina per la cooperazione in Paesi terzi che si è tenuto a fine marzo a Roma, in occasione.

Sulla stessa linea d’onda Wang Zhongcai, vicepresidente di PetroChina: "Siamo convinti che nel prossimo futuro la collaborazione tra noi ed Eni  arriverà a una nuova fase in mare", un campo di battaglia sempre più importante nel campo dell'energia, ha precisato, "ed entrambi abbiamo grande esperienza in questo campo, quindi, cerchiamo di approfondire questa collaborazione per portarla a un livello più profondo". Eni  e PetroChina operano assieme già nell'Area 4 in Mozambico per l'estrazione del gas, oltre che nel giacimento di Kashaghan e in Arabia Saudita.


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