Le stime sulle vendite di auto elettriche in Europa sono chiare: la quota di mercato supererà il 50% delle immatricolazioni a partire dal 2033. Un dato che, se confermato, trainerà inevitabilmente la domanda di batterie, prevista crescere in media del 15% all’anno tra il 2021 e il 2050. In questo contesto si inserisce il piano europeo per arrivare a installare una vera e propria filiera per le batterie, così da diventare il secondo produttore al mondo (dietro l’Asia) arrivando a detenere entro nove anni il 31% sul totale.
L’ultima mossa dell’Unione Europea non lascia dubbi: destinare 900 milioni di euro alle aziende del comparto per sostenere le spese in ricerca e sviluppo e provare così a diventare il secondo produttore di batterie al mondo. Il progetto, confermato anche dal vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic, si innesta nel solco dei finanziamenti approvati da 12 Stati membri coinvolti nella European Battery Alliance che destineranno 2,9 miliardi nei prossimi anni con l’obiettivo dichiarato di sbloccare ulteriori 9 miliardi di euro in investimenti privati, che si aggiungono ai 60 miliardi pianificati due anni fa e che saranno riversati in tutta la filiera delle batterie.
Una torta ricca, che ha risvegliato gli appetiti di molti grandi gruppi, pronti a giocare un ruolo da protagonista. Se Bmw, Tesla e Stellantis hanno praticamente già ottenuto circa 2,9 miliardi di euro di aiuti di Stato per progetti sulle batterie, molti altri gruppi stanno emergendo sullo scacchiere europeo. Da Northvolt in Svezia, Britishvolt in Uk e Italvolt in Italia, passando per Volkswagen in Germania e Automotive Cells in Francia, fino ai big orientali del calibro di Catl e Lg Energy.
Volkswagen, per esempio, ha già presentato un piano da 18 miliardi per costruire sei gigafactory e tentare di diventare il secondo maggiore produttore dopo Catl, anche se quest’ultimo investirà 12 miliardi di dollari per dotarsi di 230 nuovi Gw/h di capacità. Non starà a guardare Tesla, in attesa dell’ok per costruire la gigafactory in Germania, così come le startup Northvolt e Britishvolt. La prima ha già un accordo da 14 miliardi con Vw e Bmw e punta a una rete in Svezia, la seconda costruirà una fabbrica da 2,6 miliardi nel Regno Unito. (riproduzione riservata)