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Azienda Finanza

Cina, anche i tassi a breve scenderanno per aiutare la crescita

Lo ha fatto capire in un briefing il vice governatore della Banca centrale, che ha specificato, tra l'altro, che il rapporto debito-pil della Cina si è stabilizzato al 272%. Le autorità monetarie tenderanno, comunque, ad allentare i cordoni della borsa in un anno politicamente delicato per la dirigenza di Pechino. Le pmi beneficeranno di nuove aperture del sistema bancario


18/01/2022 16:18

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Liu Guoqiang, vice governatore della Pboc

La banca centrale cinese agirà in anticipo e con forza per aiutare a stabilizzare l'economia nel 2022, un anno politicamente importante per i leader cinesi. Lo ha affermato Liu Guoqiang, vice governatore della banca centrale, durante un briefing, in cui ha precisato che la People's Bank of China prevede di spingere le istituzioni finanziarie ad espandere le proprie emissioni di credito quest'anno e utilizzerà più strumenti monetari per mantenere la liquidità del mercato ragionevolmente ampia.

La dichiarazione arriva dopo che l'istituzione ha tagliato lunedì i tassi di interesse chiave della sua struttura di prestito a medio termine (Medium Term Lending Facility, Mlf) e sui contratti di riacquisto (reverse repo), alimentando le aspettative che anche i tassi di prestito a breve (Loan Prime Rate, Lpr) saranno ulteriormente abbassati questo mese dopo il taglio di dicembre.

La mossa della Pboc dimostra che la banca è decisa a intervenire in modo tempestivo, ha incalzato Sun Guofeng, capo del dipartimento di politica monetaria della banca centrale, nello stesso briefing.

Sun ha aggiunto che l'LPR risponderebbe istantaneamente alle variazioni dei tassi di mercato e guiderebbe i tassi di prestito al ribasso.

Alcuni economisti si aspettano che la Cina allenti la sua posizione monetaria prima che la Federal Reserve statunitense aumenti i tassi in risposta all'elevata inflazione, poichè le forti differenze tra le due politiche potrebbero innescare deflussi di capitali dalla Cina. Altri, tra cui Xiaolin Chen, head of International di KraneShares, che gestisce il primo Etf legato al mercato cinese, mettono in evidenza che «per evitare l'insorgere di rischi potenzialmente sistemici e per poter gestire al meglio lo stress macroeconomico, i tassi rimarranno bassi e la politica fiscale tornerà ad essere più espansiva (per i nuovi investimenti infrastrutturali) e indirizzerà in modo mirato la liquidità verso le Pmi».

Sun ha affermato che i cambiamenti politici nelle economie avanzate avranno un impatto limitato sull'economia cinese data la sua resilienza e una maggiore indipendenza finanziaria.

«Il coefficiente medio di riserva obbligatoria per le banche cinesi (RRR) è attualmente dell'8,4%, dopo diversi tagli dal 2020, e non è più "elevato" rispetto agli standard globali», ha affermato Liu, «ulteriori aggiustamenti del coefficiente RRR sarebbero limitati».

Liu ha anche specificato che il rapporto di leva finanziaria complessivo della Cina - debito totale rispetto al prodotto interno lordo - si attestava al 272,5% alla fine del 2021, in calo di 7,7 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il rapporto di leva finanziaria più basso è dovuto principalmente alla crescita economica molto più rapida nell'ultimo anno.

Liu si aspetta che il rapporto di leva finanziaria sia sostanzialmente stabile nel 2022 nonostante la politica di allentamento, poichè è probabile che l'economia cinese mantenga una crescita relativamente rapida. (riproduzione riservata)


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