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Azienda Finanza

Cina, crescita e moneta stabili nel 2020 secondo Azimut

I gestori dei fondi italiani che da più anni operano in Cina sono relativamente ottimisti sulla tenuta dell'economia, che farà ancora perno sul mercato dell'automotive e sui processi di urbanizzazione. La Borsa dovrebbe risentire positivamente degli accordi Usa-Cina sui dazi, garantendo una maggiore stabilità rispetto ai picchi registrati l'anno scorso


10/01/2020 15:28
Mssimo
Massimo Guiati, responsabile degli investimenti in Cina di Azimut

La crescita dell'economia cinese è destinata a proseguire nel corso del 2020 con un aumento del pil intorno al 6%, mentre la Borsa locale dovrebbe registrare un calo dei picchi di volatilità osservati lo scorso anno.

È la previsione del gruppo Azimut. Le principali indicazioni macroeconomiche sono state tracciate da Massimo Guiati e Stefano Chao, rispettivamente ceo di Azimut Holding e General Manager di Az Investment Management per Shanghai, a margine dei lavori della convention di Montecarlo nel corso della quale il gruppo fondato e presieduto da Pietro Giuliani ha celebrato i primi trent'anni di attività.

Guiati è uno dei pochi gestori di fondi italiani con una grande esperienza del mercato cinese, sia obbligazionario che azionario, che segue da Hong Kong, da dove opera da 20 anni.

Tra i driver principali che dovrebbero consentire alla locomotiva cinese di consolidare la ripresa Guiati e  Chao hammo indicato il settore automotive e la progressiva urbanizzazione. Sul primo fronte, i due esperti hanno ricordato come già nel 2019 la Cina abbia rappresentato per il comparto auto il primo mercato al mondo, con circa 29 milioni di veicoli venduti.

Oggi nel Paese circolano quasi 400 milioni di vetture, acquistate negli ultimi 10-15 anni dalla classe media grazie a salari in progressiva crescita. È stato evidenziato tuttavia come negli ultimi anni si e' assistito a un crescente upgrade, che ha consentito a marchi piu' esclusivi come Mercedes, Bmw, Tesla o Audi di registrare nei mesi scorsi crescite tendenziali tra 10% e 20% al concessionario. Un trend destinato a proseguire.

Quanto all'inesorabile processo d'urbanizzazione in corso, i due analisti hanno ricordato come solo la meta' della popolazione risieda oggi in una metropoli del Paese. Restano ancora quasi 700 milioni di persone che vivono in campagna ed è grazie a loro che avverrà la principale crescita nei prossimi anni.

Per quanto riguarda poi il lungo braccio di ferro sui dazi che ha contrapposto per buona parte del 2019 Cina e Stati Uniti, producendo a cascata picchi di volatilita' sui mercati azionari globali, Chao e Guiati non ritengono che ci sara' grande pressione sulla Cina a mettere a punto rapidamente la cosiddetta 'fase due' dell'accordo, mentre dall'altra parte dell'oceano Donald Trump dovra' cercare di accorciare il piu' possibile i tempi per sfruttare a proprio favore gli esiti della partita, in vista delle presidenziali di novembre.

Il primo step dell'intesa raggiunta nel dicembre scorso tra i due contendenti è destinato secondo i due manager a contenere la volatilità dell'equity cinese, che dunque non dovrebbe più incappare nei picchi osservati nel corso del 2019. Il renminbi e' destinato a sua volta a rimanere abbastanza stabile, anche per effetto della pressione politica sulla Pboc, la Banca centrale cinese, che non dovrebbe dunque procedere a svalutazioni in grado di mettere a rischio l'accordo in fase di definizione con gli Usa.


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