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Azienda Finanza

Cina, ecco che cosa cambia dal 31 marzo per le ipo all’estero

Nell'attesa la China Securities Regulatory Commission (Csrc) sta mettendo un freno all’emissione di Global Depositary Receipt (Gdr)


20/03/2023 12:10

di Mauro Romano - Class Editori

Cina

In attesa che il 31 marzo entrino in vigore le nuove regole per le quotazioni all’estero la Consob cinese sta mettendo un freno all’emissione di Global Depositary Receipt (Gdr).

Secondo quanto riferito da Bloomberg, la China Securities Regulatory Commission (Csrc) si è mossa con l’intento di scongiurare che investitori cinesi giochino sul prezzo, convertendo le Gdr in azioni sul mercato domestico, beneficiando dei prezzi a sconto con le quali le Gdr sono ad esempio scambiate a Zurigo.

Trascorsi 120 giorni, le Gdr possono infatti diventare A share, ossia le azioni di società con sede nella Cina continentale, e come tali quotate in renminbi e scambiate sulle piazze di Shanghai e di Shenzhen.

Il timore è che una massiccia emissione di Gdr sulla borsa elvetica possa portare a pressioni al ribasso sui listini cinesi, nel caso gli investitori convertano i titoli in A-share più care.

Da fine mese intanto tutte le società con sede nella Cina continentale intenzionate a vendere azioni al di fuori del mercato nazionale dovranno informare preventivamente l'autorità di regolamentazione.

La Csrc ha inoltre deciso di aumentare la supervisione dei libri contabili, riducendo la possibilità che si ripetano casi di frode come lo scandalo della catena di caffetterie Luckin Coffee. Sarà poi prevista una «negative list» delle aziende che non potranno quotarsi all’estero. Eventuali violazioni potranno essere punite con multe fino a 10 milioni di yuan (1,3 milioni di euro).

«Stiamo assistendo a un’armonizzazione e a una semplificazione del sistema, anche in seguito all’integrazione di Hong Kong», spiega a MF-Milano Finanza Marco Marazzi, partner di Baker Mckenzie. Lo sviluppo del mercato azionario della Repubblica Popolare, come spesso accade in Cina, ha visto stratificarsi regole e caratteristiche diverse: ci sono ad esempio le A-Share, ricorda Marazzi, e ci sono le cosiddette Red Chip, come sono definite le azioni di società cinesi incorporate fuori dalla Cina continentale e quotate a Hong Kong.

Il nuovo quadro per le quotazioni all’estero mira a dare maggiori certezze alle società, oltre a intervenire sul fenomeno delle Vie, ossia entità a interesse variabile. Una struttura che permette la quotazione fuori da Pechino aggirando le regole sugli investimenti esteri (struttura che comunque non è bandita).

Le novità, aggiunge Marazzi, vanno viste nel quadro della più generale attenzione alla stabilità finanziaria, dimostrata in occasione dell’ultimo appuntamento legislativo dell'Assemblea Nazionale del Popolo, con l’annuncio di una nuova autorità di regolamentazione per la supervisione del sistema finanziario.

Le nuove regole possono avere benefici sulle borse europee? «I cambiamenti sono dettati da ragioni di semplificazione», spiega ancora Marazzi. Invece la scelta di piazze come Londra e Zurigo è facilitata dagli accordi di stock connect conclusi con le borse cinesi».

«Vedo nelle nuove norme un segnale di ripresa della strategia di apertura verso l’estero», spiega Marco Bettin, direttore generale di Italy China Council Foundation. «Le quotazioni offshore sono una componente chiave per la promozione dell’apertura dei capitali cinesi, dopo la stretta del 2021 sul fintech e sui colossi digitali, legata a ragionamenti sulla sicurezza nazionale e sulla gestione dei dati».

Anche la presenza di un ente per controllare e limitare le operazioni è visto da Bettin come «un segnale della scelta di riattivare un flusso che si era ridotto». Un sistema per renderlo anche più oculato e scongiurare alcuni investimenti «sui quali non c’è stato il dovuto approfondimento, che hanno contraddistinto l’epoca d’oro della progressione delle imprese cinesi verso l’estero cinque o sei anni fa». (riproduzione riservata)


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