Euro Group imbocca la strada per Piazza Affari. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l'azienda specializzata nella produzione di rotori e statori per batterie sta studiando la quotazione in borsa nel primo trimestre del 2023. Nonostante il progetto sia ancora alle fasi iniziali e quindi suscettibile di modifiche, l'operazione dovrebbe contemplare un aumento di capitale di entità significativa, necessario a sostenere gli ambiziosi piani di espansione della capacità produttiva della società con sede a Baranzate, in provincia di Milano. Possibile che nell'offerta sia inclusa anche la vendita di una quota minoritaria del pacchetto azionario detenuto dal francese Tikehau, da metà del 2020 socio al 30% di Euro Group attraverso l'Energy Transition Fund. Su questi e altri dettagli, secondo Bloomberg, è già al lavoro il consulente Rothschild e un gruppo di banche collocatrici, formato da Bnp Paribas, Intesa, JpMorgan e Unicredit.
Se andrà in porto, quella di Euro Group sarà una quotazione di grandi dimensioni, capace di dare sollievo a Piazza Affari dopo un'ondata di delisting da 43 miliardi. La società fondata e presieduta da Sergio Iori ha chiuso il 2021 con un fatturato di 650 milioni (+40%), un ebitda di 50 milioni (+66%) e soprattutto con un portafoglio ordini di 3,5 miliardi che lascia intravvedere solide prospettive di crescita. I due componenti fabbricati dall'azienda trasformano l'energia in movimento e sono quindi l'anima del motore elettrico che muove elettrodomestici, turbine e sempre più spesso automobili. Negli ultimi anni, così, l'azienda con sede a Baranzate, in provincia di Milano, ha accumulato commesse da colossi come Volkswagen, Porsche, Nissan, GM, Ford.
La domanda di rotori e statori è destinata ad aumentare nei prossimi anni di pari passo con la crescita delle vendite di auto elettriche. Da qui nasce per Euro Group l'esigenza di raccogliere capitali che andranno a finanziare la costruzione di nuovi impianti, in linea con le esigenze dei clienti in termini di quantità e localizzazione della produzione. Il gruppo sta investendo sul raddoppio del quartier generale di Baranzate, sulla costruzione di un nuovo stabilimento in Cina di dimensioni quadruple rispetto all'attuale, all'ampliamento delle fabbriche in Messico e Stati Uniti. La mobilità elettrica rientra del resto nel più ampio filone della transizione sostenibile. Il settore sta resistendo al difficile momento di mercato come dimostrano, per esempio, le cessioni di Group Rougnon e GreenYellow concluse di recente proprio dall'Energy Transition Fund di Tikehau. (riproduzione riservata)