La crisi geopolitica tra Russia e Ucraina sta scuotendo i mercati globali, cambiando gli equilibri economico-finanziari per molti Paesi nel mondo. Dopo un forte ciclo al ribasso negli ultimi 12 mesi, il mercato azionario stava sovraperformando all'inizio dell'anno; proprio in quel momento la Federal Reserve ha iniziato a discutere di rialzi dei tassi, mentre la Cina al contrario stava attraversando un ciclo di taglio degli stessi.
Secondo Jian Shi Cortesi, investment director azionario di Gam Investments, la Cina è in calo del 6,7% da inizio anno, con un quadro analogo in Asia. "Sebbene le nostre partecipazioni abbiano un'esposizione limitata alla Russia o all'Ucraina, l'impatto principale delle tensioni deriverebbe dall'aumento dei prezzi del petrolio. Non ci aspettiamo che la crisi influisca molto sul commercio internazionale cinese: l'esportazione del Dragone verso la Russia è in realtà piuttosto piccola, dato che il pil della Russia è paragonabile a quello di una grande provincia della Cina. D'altra parte, dato che la Russia viene boicottata da molti Paesi, Mosca potrebbe dipendere maggiormente dal commercio con Pechino".
L'aumento del prezzo del petrolio porterà a un'ulteriore spinta nella produzione di energie rinnovabili: questa rappresenta un'enorme opportunità per l'Asia e la Cina, secondo l'analista, dato che la regione è sede di gran parte della catena di approvvigionamento delle energie rinnovabili, tra cui attrezzature solari, turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici. Un altro effetto collaterale della situazione in Ucraina è che la Cina "aumenterà gli investimenti nello sviluppo dell'e-Cny, la sua criptovaluta sovrana.
Durante la guerra commerciale con gli Usa, questi ultimi hanno parlato di bandire la Cina dal sistema Swift, come è stato fatto con le banche russe. La Cina ha già lanciato l'e-Cny, ora sta lavorando sulla sua adozione. La criptovaluta permetterà di regolare le transazioni direttamente attraverso la blockchain, senza passare attraverso la rete Swift o le banche internazionali di riferimento".
Fondamentale anche la questione del Taiwan. Come risultato dell'ultima guerra civile, la Repubblica Popolare Cinese, governata dal Partito Comunista Cinese (Pcc), includerebbe nel proprio territorio anche l'isola di Formosa e i piccoli arcipelaghi che costituiscono quella che ufficialmente si autodefinisce "Repubblica di Cina", che nella propria costituzione rivendicherebbe tutta la Cina continentale. Il Pcc crede che la Cina continentale e Taiwan possano essere riunite attraverso colloqui pacifici, come quelli tra la Germania orientale e quella occidentale.
Tuttavia, negli ultimi anni a Taiwan alcuni politici hanno spinto per cambiare la costituzione per ridefinire lo Stato come un'entità sovrana separata, con un territorio che si estenderebbe alle sole isole suddette. Se Taipei (capitale de facto della Repubblica di Cina) dovesse farlo, "il governo cinese ha detto apertamente che userebbe le forze militari per prendere il controllo di Taiwan. Questo metterebbe gli Stati Uniti in una situazione molto difficile, perché si troverebbero di fronte a due opzioni entrambe scomode: combattere con la Cina o non fare nulla", riporta l'analisi.
Tuttavia, gli Usa hanno una grande influenza su Taiwan e sono fortemente motivati a impedire che la costituzione venga modificata, per permettere una pace duratura. "Guardando all'Ucraina, ciò che è preoccupante è che le diverse parti possono calcolare male la situazione, portando a conseguenze indesiderate. Pertanto, vediamo come altamente probabile il mantenimento della pace nello Stretto di Taiwan. Se Taiwan deciderà di cambiare la sua costituzione, sarà necessario adottare un posizionamento molto difensivo nei portafogli di investimento".
Per quanto riguarda la pandemia ancora in corso, secondo Cortesi, "potremmo anche assistere a un allentamento delle restrizioni in Cina nel corso del prossimo anno. La mobilità interna ha già ampiamente recuperato, ma i viaggi sono ancora in gran parte bloccati, poiché le quarantene negli hotel rimangono in vigore per i passeggeri internazionali. La Cina è molto prudente e sta osservando gli sviluppi negli altri Paesi, in attesa di prove concrete che il Covid-19 stia diventando endemico. Il tasso di mortalità per il Covid-19 è sceso allo 0,3%, il virus sta diventando meno pericoloso e ci aspettiamo di vedere qualche riapertura incrementale che crediamo vada a beneficio delle compagnie di viaggi". (riproduzione riservata)